Continuo la mia fotostoria della 4 giorni milanese dopo la puntata di ieri che potete trovare qui.
Questa parte riguarderà l'Hinterland di Milano, zone che ho frequentato da piccolo o da giovincello. Inizio con una delle pizzerie più spaziali della terra, l'unica pizzeria che io conosca in cui non c'è sabato sera senza una coda di almeno 20 minuti da fare. E ci sarà un motivo no!
Il mio consiglio è di arrivare intorno alle 19 circa, anche perchè si può prenotare solo durante la settimana. Il sabato non accettano prenotazioni. La pizzeria si chiama La Conchiglia ed è a Legnano (MI) in via Cesare Battisti, 52. Cos'ha di tanto speciale questo locale? Beh, innanzitutto è frequentato da tutti i più famosi calciatori di serie A, i quali con le loro maglie e palloni firmati hanno ormai tappezzato tutti i muri della pizzeria. Ma soprattutto è conosciuta per quello che offre ai suoi avventori. Una pizza spaziale (hanno 5 pizzaioli e due forni a legna, una varietà di pesce ottima e un tiramisù considerato uno dei più buoni d'Italia anche a detta di Pippo Inzaghi Io quando mangio il loro tiramisù letteralmente godo. Ed è sempre da loro che ho cercato di perfezionare la mia personale ricetta che trovate qui. Consigliato vivamente!
Ora ci spostiamo nel paese dove ho passato la mia infanzia, dagli zero ai 16 anni. Ad esempio questo semaforo lo attraversavo ogni mattina per andare alle elementari.Anche questa viuzza che passa sopra un fiume.
L'edicola dove compravo le figurine dei calciatori.
Le scuole elementari.Bene o male sono rimaste tali e quali, solo che ai miei tempi non erano imbrattate di scritte in questo modo.
L'ingresso del palazzo dove abitava la nonna.
Il suo balcone al terzo piano. Andare a casa sua significava osservarla mentre lavorava con la sua macchina da cucire e gustarsi un bel bicchiere fresco di Gazosa. Guardare giù da quel balcone e vedere tutto così piccolo mi dava una sensazione di euforia.
La torre orrenda che domina il paese. L'ho avuta davanti agli occhi per quasi vent'anni, ed è ancora lì!
Il campanile della chiesa non è da meno. Mai visto niente di più brutto.
Mi son consolato comprando un etto di Sucai alla bancarella della sagra che ho trovato per caso proprio il giorno della mia visita.
Ho fatto altre foto ad altri luoghi più privati rispetto a quello che vi ho mostrato, ma lì terrò per me. Quindi finisco qui questo tuffo nel passato alla riscoperta di luoghi e abitudini culinarie che vivevo molti anni fa. E' strano ripercorrere i passi fatti nella propria vita e scoprire come sono cambiate le cose, come si sono trasformati i luoghi e le persone. E' terapeutico, oserei dire.
(TPP) 1 ora, 10 minuti.
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3 commenti:
mamma mia come siamo stati vicini Momo! il campanile oserei dire è più brutto del bacino pensile dell'acquedotto! cribbbbioooo!!! meglio dove stai ora!
un abbraccio
Ale
:) è forse il post più autobiografico che tu abbia mai postato??? Che bello per un attimo assaggiare una tua vecchia, lontana quotidianità.
Alessandra, perchè vicini? Abiti in zona?
Zion, dici? Ma no dai, forse nella sezione heart trovi qualcosa di più intimo ma forse anche più criptico.
Grazie!
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