Qui la prima parte.
Sto percorrendo il sentiero n. 5 che porta ai piedi dello Sciliar, per poi intraprendere la salita fino alla Cima Pez. Cammino tra magnifici prati punteggiati da baite. Un relax totale mi travolge e sto bene con me stesso. E' una bellissima sensazione.
Alle 11.50, arrivo finalmente all'inizio della salita. Qui trovo un ponte un po' anomalo.
Subito dopo, si inizia a fare sul serio con un sentiero che sale abbastanza rapidamente.
Lo Sciliar è proprio di fronte a me.
Alla mia destra, già posso vedere gran parte della strada che ho percorso in mezzo ai prati.
Ogni tanto incontro mucche al pascolo, e spesso le includo nelle mie inquadrature.
Queste bestie producono un latte completamente diverso dalle mucche da stalla che ci sono in campagna.
Loro hanno il privilegio di brucare erba sempre fresca, molto spesso con proprietà medicinali e il loro latte è prelibato, ricco e saporito. Se volete provarlo, vi consiglio di comprare il latte Mila proveniente dai masi selezionati. E' quello con il tappo verde. Proprio lungo il cammino qui all'Alpe di Siusi, ho incontrato un maso selezionato da Mila.
Una panoramica di ciò che sta comparendo alle mie spalle mentre salgo. E' spettacolare.
Da lontano noto un branco di cavalli allo stato brado.
Ci sono anche due piccoli puledri che riposano.
Il sentiero continua a salire, ma a differenza di sabato scorso, non faccio per niente fatica.
Certo, fa meno caldo, non ho ancora mangiato quindi nessun senso di spossatezza, non sono disidratato, e probabilmente conta anche che ho dormito bene la notte prima. Sabato scorso avevo dormito si e no 3 ore per vari motivi. E' comunque probabile che qualcosa c'entrino anche loro: i miei nuovissimi scarponi La Sportiva.
A differenza del modello regalatomi nel 2009, questo è molto meno rigido e sto comodo quasi come in un ciabattone. Il modello che vedete è pensato per il trekking, mentre i precedenti erano per Mountain e quindi erano più pesanti, più rigidi, ramponabili. Queste caratteristiche si tramutavano però in scarso confort e nel mio caso in una vera e propria tragedia. A memoria ricordo almeno 4 escursioni con vesciche ai talloni. Successivamente mi son fatto ribattere il tallone degli scarponi e da quel momento non ho più avuto vesciche. Hanno però iniziata a farmi male le punte fino a farmi diventare nere entrambe le unghie dell'alluce. E' come se lo scarpone si fosse ristretto e in discesa mi spaccasse la punta del piede. Motivo per cui ho deciso di abbandonarli.
Con i nuovi scarponi è una favola. Per tutto il giorno si comporteranno egregiamente, sia in salita (tallone sollecitato) che in discesa (punta sollecitata). Sarà la prima volta, dopo tanto tempo, che non tornerò a casa con i piedi massacrati. Sono rimasto molto deluso dal precedente modello di scarponi La Sportiva, ma ho voluto dare fiducia al marchio ancora una volta, visto che l'azienda è a pochi km da casa mia. In ogni caso, per la cronaca, ho comprato gli scarponi in saldo del 20% a BZ da Sportler per 135 euro. Attenzione perché non troverete questo modello sul sito La Sportiva, in quanto è un prodotto fabbricato esclusivamente per alcune catene di negozi.
Ma torniamo alla nostra escursione. Sto continuando a salire verso il rifugio Bolzano e poi ancora più su, fino alla Cima Pez.
Incontro 3-4 larici molto molto vecchi e massacrati probabilmente dai fulmini.
Il sentiero sale zigzagando tra mughi e larici.
Sbircio all'orizzonte e ora posso vedere nettamente alcuni gruppi montuosi a me molto familiari.
Ecco il Sassolungo avvolto dalle nuvole.
Queste invece sono le Odle.
E questo è il gruppo del Cir, sul Passo Gardena.
Un gruppetto di Raponzoli alpini.
Da dove sono ora, vedo tutta la strada che ho fatto a piedi, dalle cabinovie, fino all'ultima malga prima della salita.
Una panoramica di tutta l'Alpe di Siusi.
Continua la mia rapida salita. A giudicare da ciò che vedo, non manca molto allo scollinamento.
E guardando indietro il panorama si apre sempre più.
Infatti, poco oltre arrivo alla fine della salita.
Ora si tratta di addentrarsi nell'altipiano dello Sciliar e dirigersi verso il Rifugio Bolzano. Qui il sentiero è quasi in piano e rifiato un po'.
Un bell'esemplare di Astro alpino.
Davanti a me spunta il Catinaccio, anch'esso in parte coperto dalle nuvole. Durante la giornata mi accorgerò infatti che sarò fortunato con l'irraggiamento solare. Molti gruppi montuosi dolomitici saranno coperti da nuvole consistenti. All'Alpe di Siusi, no.
Ecomi ad un'altro bivio. Da qui si sale al Bolzano o si prende il sentiero 4 verso Cima di Terrarossa.
Ecco il sentiero n. 4.
Io invece salgo ancora.
Giovani e aitanti montanari vestiti con abiti tipici tirolesi, stanno arrivando come me al rifugio Bolzano a 2450 metri.
Il rifugio si rivelerà come un piccolo paese. Molto grande e articolato, all'esterno troverò molta vita, la stessa che si troverebbe ad una festa di paese.
Gente che mangia ai tavoli, gente che riposa, orchestrine che suonano e piccoli cori improvvisati. Qui ci si diverte proprio.
Ci sono pure i panni stesi al sole.
Qualcuno è giunto fin qui a cavallo.
Un piccolo video in HD girato con iPhone, per farvi gustare l'atmosfera che si respirava.
A tra poco per la terza parte.
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