16 ottobre 2013

Neve di ottobre. I meleti della Val di Non sono in ginocchio

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Nella notte tra venerdi 11 e sabato 12 ottobre, intorno alle 2 di notte ha iniziato a nevicare su vaste aree del Trentino. La neve era si prevista, ma non a quote intorno ai 600 metri! E così, la Val di Non ha pagato il prezzo più caro, vedendosi distrutta nel giro di poche ore quasi 50 mila ettari di meleti. 

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Ma vediamo con dovizia di particolari cosa è esattamente successo, leggendo sul sito l'adigetto.it.

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La neve ha incominciato a scendere nel cuore della notte in val di Non, coprendo paesi e coltivazioni di meleti con un manto spesso 15 centimetri. Gli impianti agricoli, coperti da reti antigrandine, hanno retto in un primo momento il peso, per poi cedere quando, dopo le 6 del mattino, ha incominciato a piovere. La neve, appesantita dall’acqua, ha portato al collasso le palificazioni antigrandine montate su una superficie stimata di 50 ettari nella fascia che da Tres porta verso Vasio, paese dell’Alta Valle di Non nei pressi di Fondo, la zona della Predaia e la Terza Sponda (Tuenno). Ecco la zona interessata.

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«Solo a Tres - racconta Giorgio Gaiarderlli, presidente di Codipra - registriamo danni per 10 ettari di coltivazioni con impianti antigrandine che, cedendo, hanno travolto le piante di mele, cariche di frutta, proprio a pochi giorni dal raccolto annuale.» Assieme al presidente di Codipra, ad effettuare il sopralluogo c'era anche l’assessore all’agricoltura nonché i responsabili di Melinda. «La nevicata – aggiunge Mellarini – è arrivata inattesa nel cuore della raccolta delle mele ed ha compromesso la produzione annuale. Assieme a Codipra quantificheremo i danni e valuteremo l’aiuto.»

L’altra zona colpita dai danni della nevicata è Vasio, dove si registrano interi terreni «completamente rasi al suolo dal crollo degli impianti antigrandine». I tecnici sono ora al lavoro per una prima mappatura delle aree interessate dai cedimenti delle strutture antigrandine, mentre lunedì inizierà il lavoro di monitoraggio per il censimento dei danni. Un calcolo sommario intanto viene ipotizzato dal presidente di Codipra. «Complessivamente sono una cinquantina gli ettari di meleti compromessi, di cui una decina nella zona di Tres.» Secondo Gaiardelli, il valore del raccolto compromesso dalla nevicata supera il milione e mezzo di euro, buona parte del quale sarà risarcito dalle assicurazioni. «A questo però dobbiamo aggiungere circa 2,5 milioni e mezzo di euro per il rifacimento degli impianti che si estendevano su una superficie complessiva di 50 di ettari e il mancato raccolto dei prossimi tre anni.»

Considerata l’eccezionalità dell’evento e la profondità del danno - gli impianti dovranno essere completamente ricostruiti - l'assessore Mellarini ha anticipato che la Provincia autonoma di Trento è orientata a rivolgersi alla Comunità europea per la concessione di aiuti straordinari. Quel che è certo finora è che 30 mila quintali di mele sono andati persi. I contadini stanno raccogliendo le ultime mele rimaste sugli alberi che non sono crollati sotto il peso della neve, nel timore che possa tornare una nuova imbiancata.
Ecco le poche immagini che ho trovato a riguardo sul web.  

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6 commenti:

Anonimo ha detto...

Momo...ma sono 50 Ha. o 50.000 Ha???? Fossi io un assicuratore non sgancerei nemmeno un euro....in questa stagione ancora con le reti antigrandine???? Questa è l'eccezione, non la nevicata a 600 metri! Zdravo

Giuseppe ha detto...

io non darei nemmeno 5 euro a questi qua, che siano in ginocchio o sdraiati.
Già la Provincia ha pagato le celle ipogee tanto perchè una ditta locale stava fallendo e allora con i soldi dell'agricoltura han "trasformato" le cave in celle ipogee, facendoci sopra anche una gran pubblicità di innovazione ecc. ecc. ma guardandosi bene dal dire la verità
che è che l'agricoltura trentina fatta da questi colossi sta in piedi SOLO con i contributi provinciali
è ora che la gente se ne renda conto

almeno la pAt dovrebbe costringerli a fare tutto biologico, sarebbe il minimo visto la vagonata di milioni che danno ogni anni

Anonimo ha detto...

L'agricoltura trentina sta in piedi solo con i contributi provinciali? E' il nostro sud con cosa sta in piedi? Proviamo a fare i conti di quanti contributi vengono dati al sud e quanti in trentino e soprattutto vediamo i risultati! E non sono di parte, sono di Reggio Emilia.

Anonimo ha detto...

il 70% del reddito dei contadini trentini è dato da contributi provinciali
toglili e vediamo come fanno
per quanto riguarda i risultati: in valsugana stanno morendo tutte le api (x colpa dimostrata degli antiparassitari) e la val di non ha un tasso di tumori da far paura

Calimera ha detto...

Effettivamente neanche a me ispirano simpatia; soprattutto alla luce dei contributi di cui sono beneficiari.....qui nella mia zona (alto veneto occidentale) ci sono coltivazioni intensive di mele e kiwi e le reti antigrandine sono già ritirate da un pò.

Anonimo ha detto...

no comment a tutte le stronzate scritte da gente ignorante in materia.ci tengo a dire che non sono residente della val di non.informatevi bene prima di sparare cazzate

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