Ricorderete sicuramente il post che ho pubblicato quasi due mesi fa sull'esperimento un po' estremo che si sta svolgendo qui in valle: riuscire a conservare diverse centinaia di metri cubi di neve per tutto l'anno a 800 metri d'altezza, per poi utilizzarli per la preparazione delle piste da fondo delle Universiadi 2013. Beh, l'altro giorno sono passato nuovamente a vedere com'era la situazione. Ecco il reportage.
Questa è la grande massa visibile dalla strada. Il lavoro di copertura della neve è stato completato.
A differenza di ciò che vi avevo detto l'altra volta, la pacciamatura non è stata fatta con rami di abete, ma bensì con del cippato, che altro non è che il risultato della trituratura con potenti mezzi di interi tronchi di abete. Ecco il cippato visto da vicino.
Nei giorni scorsi c'è stato anche qualche intoppo tecnico. La cippatrice, mentre era al lavoro sul posto, è stata seriamente danneggiata da un cugno di ferro lasciato accidentalmente all'interno di uno dei tronchi abbattuti dai boscaioli. Gli speciali coltelli della cippatrice si sono danneggiati causando un danno da 20.000 euro! Vedere in azione queste macchine è impressionante. Provate a dare un'occhio a questo video e guardate come vengono ridotti i tronchi.
Impressionante eh! Lo spessore del materiale sopra la neve è notevole e supera gli 80, 100 cm.
Dei paletti permettono di controllare l'abbassamento del cippato causato dallo scioglimento della neve. Come vedete il segno rosso è già più alto della fine del cippato.
Questo significa che la neve è già diminuita. Lo dimostrano anche evidenti crepe formatesi sul cippato stesso.
Chi sta conducendo questo esperimento è conscio che perderà la metà della massa nevosa, ma sembra che il guadagno rispetto al produrre la neve da zero, ci sarà lo stesso. Il fatto vero è che le Universiadi si svolgeranno all'inizio di dicembre, momento in cui è molto probabile che non si possa produrre neve con i cannoni per la mancanza delle temperature adatte.
Siccome non è pensabile di trovarsi senza neve per le gare che vedranno migliaia di universitari provenire qui da tutto il mondo, ecco l'idea di provare a conservarla. Certo è che fa strano sapere che là sotto c'è la neve, quando fra poco ci cresceranno intorno le margherite.
Ci si rivede a dicembre per scoprire cosa sarà rimasto.
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