La sua foto è ancora lì, sulla Home page del sito Apple. Mi guarda con fare deciso e senza tentennamenti. Sembra mi stia studiando da tanto è concentrato. Anche io lo osservo. Cerco di carpirne i pensieri, ma non riesco a percepire nulla. Sembra una scemenza ma mi manca, zio Steve. L'altro giorno erano le 7.40, stavo andando al lavoro come tutte le mattine, avevo saputo della morte di Steve da appena un'ora e mezza. E in quell'istante ho avuto un cedimento. Ho pensato all'uomo, non al CEO di Apple. Ho pensato alla sua malattia, e non ai mille prodotti targati Apple. Ho pensato alla lotta contro il cancro e alla figura emaciata che tutti noi abbiamo scorto in questi mesi tra un keynote e una pagina di cronaca. E mi è venuto un groppo in gola, gli occhi lucidi... Il mio era dispiacere vero per una persona che ho seguito per tanto tempo senza mai incontrare, senza mai conoscere ma per cui sentivo un affetto sincero, diretto accompagnato da una stima infinita. Una volta gli ho anche scritto una mail diretta al suo indirizzo privato, ma si sarà persa tra le migliaia di altre mail che riceveva ogni giorno, perchè non mi è mai giunta risposta. Peccato, mi sarebbe piaciuto enormemente stabilire un contatto diretto con lui. Non parliamo del fatto di vederlo di persona, fare una foto con lui o scambiarci un saluto. Perdere Steve è stata una mazzata vera. Con lui se ne va una fettona della mia giovinezza. E' come chiudere un capitolo fatto di tante cose belle che non torneranno più.
Gli inizi di questo capitolo partono intorno al 1987. In quegli anni Apple esisteva commercialmente da pochissimo tempo ed era conosciuta solo da un numero ristretto di professionisti. La prima volta che ho posato lo sguardo su un prodotto fatto da Steve, è stato all'interno dell'Accademia di Belle Arti in cui mi ero iscritto con l'intenzione di diventare Art director. Esisteva una sala computer e al suo interno c'erano una decina di Macintosh II, poi sostituiti con dei Quadra 900. Mi ricordo distintamente le meline a strisce colorate presenti sul frontale dei computer, i mouse quadrotti e il caratteristico suono di accensione. Noi studenti scarabocchiavamo con le primissime versioni di software di disegno, poi arrivò Photoshop 1.0. Quello era il mio primo contatto con un computer (non sapevo dell'esistenza dei PC con Windows) e da subito è stato amore a prima vista. Successivamente sono stato assunto in una grande agenzia di pubblicità e lì è stata l'apoteosi: c'erano Macintosh Classic a colori su ogni scrivania e i grafici avevano a disposizione diversi Quadra con schermi a colori da 14 pollici. C'era anche una laser writer con cui stampavamo gli headline delle campagne pubblicitarie. Durante la pausa lavoro si giocava a Monkey Island insieme ai colleghi, tutti appiccicati davanti al mac.
Il mio amore per questi prodotti è andato via via sempre più crescendo, fino a quando finalmente ne è arrivato uno tra le mura domestiche: un Macintosh LC III tutto per me. Era il 1993 e l'arrivo dell'ipod sulla faccia della terra, distava ancora 8 lunghi anni. Sottolineo questo perchè voglio un po' prendere le distanze da quell'utenza dell'ultim'ora che ha un po' barbarizzato e annacquato l'immagine di Apple prima maniera. Scindo distintamente gli utenti mac prima e dopo l'iPod, perchè sono due mondi profondamente diversi. I primi hanno vissuto Apple fin dalle sue fondamenta, assaporando ogni modello di mac con i vari sistemi operativi. I secondi sono "stati cresciuti" con prodotti collaterali (iPod, iPhone, iPad) che hanno scritto capitoli dell'azienda di Cupertino molto molto importanti ma più asettici. Apple, con l'avvento dei "prodotti mobili" è diventata alla portata di tutti, ha perso un po' il fascino pionieristico che aveva, l'appartenenza ad una élite magica, unica, diventando l'azienda conosciuta principalmente per gli iPhone e basta. Chi invece ha nel cuore Apple e in prima battuta il mac, non la vede così e io sono tra questi.
Mi ha dato enormemente fastidio leggere tanti commenti sul sito del Corriere.it, ma anche in altri luoghi del web, in cui non si faceva altro che puntare il dito contro le orde di ragazzini urlanti fuori dagli Applestore da inaugurare, tutti assetati di iPad o iPhone. Si associava ogni utente mac a quel tipo di atteggiamento. Fanatismo senza ragione per prodotti super costosi belli e basta. Si brutalizzava il mondo Apple alla stregua della più becera catena di prodotti di elettronica. Ecco, questo tipo di pensiero per gli utenti mac, una decina di anni fa semplicemente non esisteva. E la colpa è proprio nell'atteggiamento che hanno i ragazzini verso i prodotti della Mela, troppo modaiolo e poco tecnologico. Ci vorrebbe una parola di Steve, tre frasi ad effetto come solo lui era in grado di fare. Un piccolo discorso per far capire cosa vuol dire possedere un mac. Direbbe che un mac non è semplicemente un computer, è un oggetto che fa parte di te e che impari a vivere come un figlio. E' un compagno di vita, una filosofia di pensiero.
Ma Steve ora non c'è più e il mio timore è quello che a prevalere, d'ora in avanti, sia quella brutta immagine che ho intravisto tra quegli odiosi commenti. Una Apple prettamente commerciale, senza più anima ne cuore, fatta di prodotti di larghissimo consumo a cui non riesci più a voler bene. Ma voglio essere speranzoso. Voglio pensare che zio Steve abbia lasciato una forte eredità. Voglio credere che Apple riesca a seguire ancora per decenni la strada lasciata dal suo capo indiscusso, capace di farsi seguire da tantissimi fans solamente presentando computer sopra un palco. Voglio pensare che Steve sia riuscito a trasmettere tutta la sua passione per questi prodotti e per i prodotti a venire. Ho usato i prodotti che lui ha creato per 14 anni e posso orgogliosamente dire che ogni singolo giorno, ogni singola ora trascorsa con un prodotto Apple, è sempre stata un'ora, un giorno piacevole. Un'esperienza di utilizzo altamente appagante, come nessun altro prodotto mi ha mai dato.
Steve con le sue idee ha veramente cambiato il mondo, lo testimoniano i migliaia di articoli e servizi tv che sono stati pubblicati in queste ore su siti internet, giornali, TV, ecc.. . Milioni di persone che hanno voluto testimoniargli la stima e l'affetto che provavano per lui. Come ho detto, avrei voluto conoscere meglio Steve. Ho letto molto su di lui, ma mai abbastanza per poter dire di sapere ogni cosa. Il mio interesse maggiore era per il suo aspetto lavorativo. Mi interessava sapere come si comportava nella vita di tutti i giorni, com'era il suo rapporto con i colleghi di lavoro, come interagiva con amici, parenti e figli. Parte di queste curiosità sono stare colmate con la lettura del libro di Jay Elliot, ma penso che più di tutti mi soddisferà leggere il libro autobiografico di Walter Isaacson, "Steve Jobs" in uscita il 24 ottobre e già pre-ordinabile da questa pagina di iTunes ad un prezzo di 12,99 euro in formato digitale o su Amazon Italia al prezzo di 17 euro in formato cartaceo. 800 pagine di racconto in cui spero di trovare il vero Steve, quello che non ho mai conosciuto. Sarà come riempire quel tassello vuoto che lo zio Steve aveva lasciato in me. Vi lascio con lo spot Apple, a mio modo di vedere, più bello di sempre. Uno spot fortemente voluto da Steve e che incarnava il suo pensiero al 100%.
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4 commenti:
Steve se n'è andato, lasciandosi dietro una scia di amore ma anche di commenti velenosi da parte di chi ha sempre visto il Mac solo come una macchina e non come qualcosa di più, come te, come me.
Era una filosofia, un modo di approcciarsi alla vita e al lavoro, che nessuno ha mai avuto per noi.
E io non posso scordarlo.
Detesto anch'io i fanboy dell'ultimora, privi di qualsiasi spirito critico e votati all'esibizione dei nuovi iGiocattoli... e mi sento un privilegiato ad aver vissuto la vera epopea Apple, dagli anni novanta in poi.
Tutto cio' che hai descritto fa parte anche della mia vita e di tantissimi altri Mac users che sono cresciuti con Steve.
Voglio soffermarmi su un aspetto che hai evidenziato e che , personalmente, ritengo importante: i fanboy dell'ultima ora li conosco anche io e sono convinto che la loro "fame" di un oggetto di moda o cult sia frutto di una provocazione di Steve. Dobbiamo riflettere sul fatto che tanti di loro comprano, all'inizio, un iPod, iPhone, iPad o altro solo per distinguersi. Poi molti di loro cominciano ad entusiasmarsi scoprendo che cio' che hanno in mano è davvero differente da cio' che avevano visto prima d'ora (utilizzare di persona è molto diverso dal "sai ho visto un nuovo oggetto in vetrina"). Del resto anche noi abbiamo iniziato cosi'. Di fronte a noi c'era uno strano "coso" bianco chiamato Mac. Con una melina sopra. Abbiamo iniziato ad utilizzarlo, ci ha entusiasmato, L'abbiamo amato (talvolta anche maledetto, magari perchè ci stava rubando tante ore della nostra vita. Continuiamo ad amarlo sempre piu' convinti che i PC siano dei buoni prodotti, ma che la Apple ne faccia di migliori, diversi da tutti gli altri. Think fifferent! La mela aveva bisogno del grande pubblico. Non poteva restare confinata in un mercato di nicchia. Sarebbe stata spazzata via da una presenza pari al 90 per cento di utilizzatori Windows. Think different. La mela ora è grande, affermata, una realtà consolidata, ma lo è anche grazie alle mosse di Steve. Piu' mele per tutti! Non credo di sbagliarmi.
Il problema adesso è il futuro, ma sono sicuro che il volano messo in movimento da Steve ha ancora molta forza. Per il resto staremo a vedere. Steve ci ha insegnato a pensare differente e abbiamo capito che aveva ragione. Io al lavoro uso il PC. Al lavoro faccio cio' che devo fare. A casa faccio le stesse cose pero' mi diverto. Ma non perchè sono a casa. Perchè è il Mac che mi fa divertire. Ci credete? Io si perchè penso differente! Ciao
Sbagli però nel ritenerti un "eletto" avendo conosciuto la mela nel 1987 ... quella mela non aveva Steve Jobs. Lui allora stava pensando alla Next e alla Pixar.
Ecco, semmai tu fossi andato al cinema a vedere Toy Story o ancora meglio avessi apprezzato l'incredibile sistema operativo NextStep allora "ci sta" ... ma la mela di Steve Jobs è quella che ha creato OSX, pensando all'iPod e avendo la visione dell'iPhone. Fu lo stesso Jobs che nel 99 si "divertì" a presentare l'OS9 in una bara, probabilmente non vedeva l'ora di sbarazzarsi della "vecchia Apple" di cui sicuramente non era molto orgoglioso.
Personalmente ero un forte oppositore di Apple nell'era pre-osx e credo sia inconfutabile il fatto che Windows (95 e 2000) era davvero un ottimo prodotto "di allora" rispetto ad OS8 e OS9 lasciato un po' allo sbando e molto legacy.
Ma tutto è cambiato con OSX e personalmente con l'avvento dell'iPod (da utente windows non ho potuto prendere l'originale da 5GB ma quello successivo da 20GB con formattazione FAT32). E' con l'iPod che comincia la vera visione di Steve Jobs che, ricordiamocelo, ha sfondato nell'industria dei contenuti con la Pixar... una visione che, prodotto dopo prodotto (forse l'unica eccezione è l'Apple TV) ha portato il mondo intero a comprendere la superiorità dei suoi prodotti.
Chi se ne frega del fanatismo. O di quello che scrivono i giornali, come se eventi come quelli di Amanda Knox o gli scandali del calcio non insegnassero già che i media scrivono fesserie perché a noi piacciono le fesserie. La cosa più importante è che la visione di Steve Jobs, il suo digital hub, si stia concretizzando anno dopo anno regalando a noi utenti meraviglie sempre più incredibili.
E come ha scritto qualcuno, non possiamo che augurarci che il prodotto migliore creato da Steve non sia né l'iPhone o l'iPod ma la Apple stessa.. come società capace di generare innovazione proprio come Steve Jobs avrebbe voluto.
Tu autore del blog sei davvero una persona di cuore ma questo credo che chi ti segue l'abbia già capito. Riguardo a Steve Jobs come si fa a disprezzare un innovatore ? Se anche, come dicono tanti, avesse fatto tutto ciò solo per arricchirsi ma resto dell'idea che non l'abbia fatto; le innovazioni e sopratutto lo sviluppo di apparecchi che hanno di fatto rivoluzionato vita di tutti sarebbero per questo meno importanti ? E' vero Olivetti inventò il primo Personal Computer Marconi venne dimenticato e mori in povertà senza che gli venisse riconosciuta la paternità di un oggetto che è alla base della comunicazione moderna se Jobs non è stato dimenticato e perchè nel contesto attuale che egli stesso ha contribuito a creare non sarebbe stato possibile. E anche se invidiosi e gente distante dalla modernità e dalla realtà di oggi abbia provato a sminuire il lavoro di Jobs definendo l'innovatore come un capitalista, Jobs è arrivato dove gli altri non hanno fatto in tempo "in vita" ad arrivare perchè la maggior parte di noi ha imparato, A VEDERE LE COSE IN MANIERA DIVERSA. Ciao.
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