10 luglio 2011

Un tuffo nel passato tra i borghi di Carano

Oggi pomeriggio sono stato a Carano, un piccolo comune delal Valle di Fiemme, a pochi minuti da casa mia. La giornata era calda ma sopportabile e in programma c'era una bella iniziativa: far rivivere alcuni dei momenti passati della vecchia vita contadina di 50 anni fa.

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E' stato divertente e curioso vedere ad esempio con quanta cura si sistemava il fieno nei carri, per non farlo cadere per strada. I personaggi che animavano la giornata erano vestiti proprio come allora e grazie alle melodie delle fisarmoniche suonate dai ragazzini, sembrava proprio di essere ripiombati negli anni del dopo guerra, quando un pezzo di pane durava una settimana, oppure mangiare carne di maiale era un evento da festeggiare, e il divertimento dei bambini era saltare sui carri del fieno.

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Molti indossavano questi grembiuli blu che da queste parti sono usatissimi per fare ogni tipo di lavoro: mungere le mucche, falciare il fieno, cucinare, ecc...

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Oltre alle persone vestite per il lavoro nei campi, c'erano anche quelle agghindate per i giorni di festa.

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Le patate, uno dei principali nutrienti di una volta.

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Un ragazzo addetto alla sistemazione della Grassa, il letame di mucca.

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I cavalli avelignesi, usatissimi da queste parti.

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Il dirndl, tipico abito tradizionale sud-tirolese. Esiste in una infinità di colori e modelli.

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Cavalli adibiti al trasporto dei tronchi.

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Capretta con poca voglia di collaborare.

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DSC 8636Una vecchia abitazione ancora intoccata rispetto agli anni '40. Quello in primo piano è il bagno, che una volta era sempre esterno alla casa. Pensate agli inverni da queste parti, con -20° e la pipì che scappa!

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Anche questi sono tipici copricapi degli uomini al lavoro tra le stalle e i campi.

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I carri sono sfilati tra le strette vie in discesa del paese.

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Una giovane Heidi.

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La famiglia al completo.

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2 commenti:

BluOscar ha detto...

Cosa cacchio devo dirti!?
Ho letto un tuo post, piu' o meno, quattro anni fa.
Mi ricordo che mi sono subito precipitato a raccontare, a mia moglie e a mia figlia, cio' che avevo visto. Mi avevi colpito: il tuo modo di descrivere, attraverso le immagini, cio' che, di volta in volta, vedevi....e cosi' ho iniziato a seguirti...tutti i giorni...da allora.
Cosa cacchio devo dirti? che sei cresiuto, ragazzo....il tuo ultimo post ne è la conferma.
Probabilmente sono solo uno scemo.
Probabilmente non capisco niente.
Ti assicuro pero' che,a mi modesto avviso, le tue foto "raccontano" piu' di ogni possibile testo. (non ho letto una sola parola del post. Ho guardato solo le foto).
Complimenti da parte mia. Da parte di una persona, piccola piccola, che ti vuole dire....di questa "festa" hai ottenuto un concentrato di emozioni e umanità che...arrivano. Arrivano e ti fanno vibrare. Ciao e complimenti per i tuoi reportages.

Momo ha detto...

Oscar, mi hai emozionato. Sono subito andato a rivedere le foto che avevo frettolosamente pubblicato per capire cosa avesse scatenato in te tanto entusiasmo. Non ci ho trovato nulla di particolare e allora sono arrivato alla conclusione che spesso la fotografia ha lo straordinario potere di farci vivere emozioni così intense da sembrare reali. E' per questo che la amo così tanto. Grazie comunque per le tue splendide parole. Grazie davvero.
Un abbraccio.

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