Quello che vedete in queste immagini e che ho tenuto tra le mani, è un vero e proprio reperto di guerra. L'ho avuto da amici che me lo hanno prestato per poterlo leggere e analizzare. Siamo davanti ad uno dei tanti diari tenuti dai soldati italiani prigionieri degli americani a Casablanca durante la seconda guerra mondiale.
Il diario è protetto da una corazza in alluminio con cerniera e molla. In copertina c'è quello che all'apparenza è solo un insignificante disegno, ma nasconde invece nome e cognome del proprietario e luogo in cui è stato scritto il diario. Le scritte si leggono solo inclinando il diario con una forte prospettiva rispetto a chi osserva.
Vengono raccontati giornalmente tutti gli aspetti della vita da prigioniero ma tutto sommato era una situazione non drammatica. La persona in questione, si trovava in Sicilia quando gli americani sono sbarcati in Italia per contrastare l'avanzata tedesca. Dopo pesanti perdite italiane, un grande numero di italiani fu catturato e fatto salire sulle navi americane. Un amico del proprietario del diario, riuscì a fuggire dagli americani ma una volta tornato in trentino a casa propria, fu catturato dai tedeschi e portato nei campi di concentramento.
Meglio invece andò al nostro protagonista che arrivò a Casablanca dove gli americani avevano una base militare molto grande.
Più e più volte viene descritto che il pasto per i prigionieri era ottimo e abbondante e questo la dice lunga su che tipo di vita facesse prima di essere catturato.
Il diario termina il 1 marzo 1946 quando gli americani lasciano tutti gli italiani liberi di tornare a casa dopo la fine del conflitto, con grande rammarico del nostro soldato che sperava di arrivare in America per cominciare una nuova vita.
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