Alberto Stasi è innocente. Alberto Stasi non ha ucciso Chiara. Questo si è capito dalle conclusioni tratte ieri dal giudice del caso dopo due anni e mezzo d'attesa. In realtà le conclusioni sono che non ci sono prove sufficienti per incolpare Alberto, che è una cosa mooolto diversa.
Piccolo resoconto di quello che successe:
Chiara Poggi fu uccisa nella sua casa di Garlasco, massacrata con una tale quantità di colpi in testa e con una tale ferocia da far dire agli investigatori che la mano dell’assassino non poteva che essere guidata da un grandissimo odio. Aveva 26 anni, Chiara. Laureata in Economia, assunta da poco, energia da investire nei sogni e nelle ambizioni di una ragazza che voleva smarcarsi dalla provincia.
L’assassino, chiunque lui sia, ha infierito sul corpo di Chiara Poggi calpestandola quando era ormai esanime a terra. Lo dimostra un’impronta di scarpa, visibile, sulla sua coscia destra. E poi ha tentato di sfigurarla, sferrandole pugni in pieno viso e colpendola senza pietà con l’arma del delitto. Sono gli ultimi particolari, impressionanti e inediti, che emergono dall’autopsia sul corpo della giovane vittima. Sul viso di Chiara, invece, restano impressi, nelle foto dell’autopsia, i lividi e le ferite che hanno ridotto il volto a una maschera di sangue. Un colpo al viso testimoniato dall’occhio nero, poi un’impronta di scarpa sulla sua gamba destra lasciato dal killer che l’ha calpestata, altri ecchimosi prima di stramazzare al suolo senza vita. Segni di un assassino che non ha avuto pietà e l’ha colpita fino a romperle la testa. Più volte.
Sul pavimento restano tracce di sangue, più o meno evidenti e diverse. Alberto poteva non sporcarsi le scarpe secondo i suoi legali. Un’ipotesi inverosimile per l’accusa che non crede al racconto dello studente bocconiano, alla possibilità di trovare il corpo senza lasciare una sola impronta. Restano i segni del trascinamento di Chiara, di un corpo portato fino davanti alla porta a libro e poi fatto scivolare giù per le scale.
La porta richiusa a nascondere la vittima, le mani lavate in bagno, quelle tracce di sangue lasciate vicino al divano, come di chi si è fermato un attimo per capire cosa fare.
Esattamente come sia andata forse nessuno lo saprà mai. Chiara potrebbe essere stata colpita sulla porta, di sorpresa. Neanche una parola, pochi minuti e la 26enne stagista è morta sotto i colpi del killer. Oppure Chiara ha litigato con il suo assassino e ha tentato la fuga dal salotto fino all’ingresso verso il telefono.
Per lei neppure il tempo di afferrare la cornetta. E’ stata di nuovo colpita questa volta in modo mortale. Chiara è caduta al suolo, vicino alle scale, dove la macchia di sangue è più grande. Poi è stata trascinata a fatica fino alla porta della tavernetta dove l’assassino si è fermato un attimo, lasciando una nuova macchia di sangue più intensa, prima di spingerla giù. I capelli di Chiara hanno lasciato sul muro una striscia meno rossa di sangue.
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4 commenti:
dai momo .. con sta neve che fiocca..
aggiorna un pò che non mi piace questo post..
ciao massimo
(p.s. quasi finita la lettura di tutti i post.. )
cmq insufficienza di prove vuol dire...insufficienza di prove! non che non ha commesso il fatto al 100%.
Rimango sempre piuttosto di sasso di fronte a certe cose. Ormai le investigazioni scientifiche hanno raggiunto livelli quasi fantascientifici, impensabili fino a qualche decennio fa. Condutture dei bagni smontate pezzo per pezzo e controllate in ogni centimetro, tracce di DNA pescate anche sul minimo granello di polvere, se passi vicino al luogo di un qualsiasi delitto e un colpo di vento ti fa partirte in granello di forfora quasto viene trovato.
Eppure non si è riusciti ad avere delel prove talmente stabili da inchiodare un colpevole in questo caso.
Incredibile davvero. Siamo andati sulla Luna, abbiamo esplorato le vette più alte del globo, costruito isole dove prima c'era solo il mare eppure nessuno è riuscito a trovare un colpevole. Mah....
Zion, è proprio così. C'è una "terra di nessuno" tra la certezza della colpevolezza e la certezza dell'innocenza. Quando uno si trova in questa zona, il nostro ordinamento giudiziario preferisce propendere per l'innocenza, per ovvie ragioni.
A me il dubbio di colpevolezza rimane, perchè ci sono stranezze evidenti. Uno su tutti il fatto che, se trovassi la mia fidanzata in una pozza di sangue, chiamerei immediatamente aiuto e ci rimarrei. Non trovo ragioni plausibili per tornare a casa, prendere l'auto e poi chiamare le forze dell'ordine da un luogo non precisato.
A questo punto penso proprio rimarrà un mistero.
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