16 aprile 2009

Ma la crisi c'è o non c'è?

E' da più di un anno che si sente insistentemente parlare di crisi su ogni media esistente. Oltre a questo arrivano notizie dalle più grandi industrie del mondo che hanno fatto grandi tagli al personale, licenziando migliaia di lavoratori di ogni fascia e impiego. I consumi calano in ogni settore, le banche tremano fino alle fondamenta, i pignoramenti delle case sono schizzati alle stelle un pò in tutta Europa. Però... però vorrei far notare che non è così ovunque, non è così per tutti. Grazie alla crisi si sono aperti nuovi mercati, i prezzi di molti prodotti sono diminuiti causando nuova spinta in alcuni settori soprattutto. Nelle piccole realtà o nelle zone economicamente autonome la crisi esiste quasi ed esclusivamente nei giornali. Qui da me per esempio, ci sono piccoli e deboli segnali ma nulla più. Il comparto edilizio si è momentaneamente fermato, alcuni hanno avuto una leggera diminuzione delle ore lavorative, i negozi delle valli non fanno incassi stratosferici, ma forse sono gli unici indizi certi di una crisi che tocca soprattutto realtà lontane dalle nostre. Pensate che ieri sera ho chiamato una piccola aziendina che si occupa di tinteggiature esterne ed interne per un lavoro che dovrei fare a casa mia. Mi hanno risposto che per quest'anno sono pieni di lavoro! L'azienda dove lavoro ha da poche ore avuto il via libera per l'acquisto di 23 mila mq di terreno per il proprio mega ampliamento. Questi sono solo due esempi di ciò che succede qui. E come qui immagino che anche da altre parti d'Italia e d'Europa ci siano realtà che nulla hanno a che vedere con la situazione "drammatica" che invece si respira a livello generale. Ecco, il "livello generale".... l'unico che poi tocchiamo con mano nei TG in tv, quello che però poi influenza le nostre menti e le nostre scelte, quel "livello generale" che fa di tutta l'erba un fascio. Ho scritto ciò anche e soprattutto per chiedervi se nelle vostre case, nel vostro posto di lavoro la situazione si può considerare come quella del "livello generale" oppure no. In una scala da 1 a 10, quanto è grave il livello di crisi da voi? Qui, nelle lande dolomitiche, potrei rispondervi con un 2,5-3.
(TPP) 18 minuti. Pin It

7 commenti:

Alessandra ha detto...

qui da me la crisi c'è e si sente. Lavoro in un ente pubblico, la fila di famiglie che chiedono un sostegno economico per i figli (buoni pasto, libri ecc.), per le spese quali affitto e bollette varie, si sta allungando spaventosamente ed è composta da persone che mai avresti visto! Tieni conto però che anche i fondi per questi sostegni son notevolmente diminuiti rispetto allo scorso anno... il contenimento della spesa pubblica chissà perchè coinvolge anche la spesa sociale che non si dovrebbe toccare.

Direi almeno 3,5 - 4 ... voglio essere speranzosa.

ciao!
Ale

Anonimo ha detto...

Le lande dolomitiche sono sulla terra o sulla luna ?
Caro Momo qui nella pianura veneta le aziende che fanno cassa integrazione, prepensionano, licenziano o peggio chiudono sono parecchie.
Le famiglie arrancano a fine mese.
Quelli che NON sentono la crisi sono i ricchi.
Per loro la crisi non c'è e non ci sarà probabilmente mai.
Io lavoro in un'azienda che produce essenzialmente per loro.
Abbiamo lavoro in eccesso per quast'anno e per il prossimo.
Dobbiamo adirittura rifiutare commesse.
Una precisazione.
LA CRISI è cominciata piu' o meno 15 anni fa. Solo che la maggior parte di noi non ne voleva nemmeno sentir parlare.
Purtroppo siamo TUTTI abituati a vivere al di sopra delle ns. possibilità e tornare al minimale è molto difficile per tutti.
Ricordati che lo stile appunto minimale nasce circa 10/12 anni fa per vendere.
Ciao
Silvano

Saint Andres ha detto...

Abito in un piccolo paese della provincia di Padova, i miei hanno un'azienda propria di una quindicina di persone. La crisi c'è, si sente. Fondamentalmente non mi sento di dire che la crisi non mi tocca ma insomam qualcosa è cambiato, meno cene fuori, meno svaghi, più attenzione alle spese. Nulla di così rilevante o di così scomodo da accettare. Forse c'è solo una consapevolezza maggiore di come i soldi vengono spesi, insomma penso che in momenti come questi si riesca a vivere bene perchè si riesce a focalizzarsi comunque sulel cose importanti, tralasciando quelle superflue.

I miei comunque dalla loro azienda mi parlano come il mercato si è parecchio rallentato, in alcuni settori quasi fermato, il problema al di là della mancanza di lavoro (che nel settore non si sente) è proprio la NON collaborazione del settore bancario che ha completamente chiuso ogni trattativa con le imprese, anche quelle che non hanno mai avuto problemi i hanno dato loro problemi, insomma alla fine a pagar è la gente per colpa delle banche che per quanto si leggga sui giornali davvero sono con le pezze al c--- come non avrei mai immaginato.

Marco Giangolini ha detto...

Da me si sente, eccome.

La ditta dove lavora mio padre probabilmente chiuderà i battenti entro l'anno.

E trovarsi con il sedere a terra a 50 anni, con un diploma di ragioneria e basta, non è il massimo della vita...

Lo stipendio non era stratosferico, ma ci ha sempre garantito tutto. Fortunatamente mia madre non dovrebbe sentire la crisi lavorando in banca... O almeno si spera! :)

Però tanti miei amici sono stati licenziati, altri cassaintegrati.

Abito a 100 metri dalle sedi principali di Berloni e Scavolini, e vi posso dire che loro lavorano pochissimo e la crisi la stanno accusando pesantemente.

Altre aziende addirittura tengono chiuso, per non alzare direttamente la bandiera bianca.

Direi almeno 7 e mezzo, se come 10 abbiamo la bancarotta totale...

ummon ha detto...

Anche io nel weekend vedo centri commerciali assaltati da orde di compratori, esattamente come prima. Però vedo anche aziende che chiudono, lavoratori che se va bene vanno in cassa integrazione.

Paradossalmente in tempi di crisi l'italiano ha un vantaggio su tutti gli altri popoli occidentali. L'italiano vive mediamente senza fidarsi di istituzioni governative e finanziarie. Per esempio c'è la diffusa convinzione a dotarsi quanto prima di casa di proprietà, proprio perchè nell'incertezza del futuro, meglio avere quel punto fisso. In Italia c'è un uso relativamente basso del credito al consumo ed i mutui vengono comunque concessi solo se sei enormemente più solvibile del necessario.

Potremmo quindi dire che l'italiano è già "predisposto" per i tempi di crisi di durata medio-bassa. Ecco perchè gli effetti sulla vita di tutti i giorni "per ora" sono poco evidenti. Se però dura troppo...

Momo ha detto...

Da quello che scrivete sembrerebbe che la crisi si stia facendo sentire di più nelle grandi città, dove ci sono i grandi numeri. Interessante comunque leggere testimonianze provenienti dai luoghi più disparati...

Zion ha detto...

Per me, la crisi c'è ed è pesantissima.
Ho tre amici cassintegrati, una licenziata e personalmente la mia azienda (cioè, quella della mia famiglia, lavoriamo nell'IT, campo della consulenza) deve tagliare moltissimi costi (e almeno una persona) oltre a non riuscire ad avere accesso al credito in banca, nonostante sia una azienda solida e senza debiti (e ti assicuro che è una cosa RARISSIMA). Se ci va male, chiudiamo a fine anno, se ci va bene, almeno una persona sarà licenziata.
Se 10 è bancarotta, per me siamo al 7,5.

Zion

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