Ieri, tornando da Caorle sono passato in un luogo che fa parte della mia infanzia così tanto che ancora oggi spesso mi capita di ripensare a quello che facevo lì. Non venivo in questo Borgo da almeno 25 anni. Una enormità. In questo sperduto paesino veneto ci ho passato un sacco di estati, quando le vacanze però incominciavano a giugno e si tornava in città a Settembre. Tre mesi circondato dalla campagna e dalla montagna, dalle amiche del cuore che mi ero fatto, dalle corse in mezzo al grano, dalle giornate passate a nasconderci nei fienili dei vicini...
Ho veramente tanti ricordi legati a questi luoghi e sono ancora vividi nella mia testa. Ieri ripassando, ero quasi frastornato e fotografavo dalla macchina senza neppure inquadrare e senza fermarmi, quasi non potessi violare quell'angolo di mondo con la mia presenza "adulta.
Ma cominciamo dall'inizio. Questa casa è stata costruita interamente da mio papà e da suo papà prima che io venissi al mondo. E' una grande casa a due piani con tre stanze da letto. Ho stampato in testa tutta la disposizione delle stanze e la loro mobilia. Mi ricordo esattamente com'era ma non so com'è ora e sinceramente non voglio neppure saperlo. A me piace lasciare tutto come la mia mente di bambino l'ha registrata. In questa casa ho conosciuto la vita di campagna come un bimbo della città, quale io ero, non aveva mai visto: i conigli, le galline nel pollaio, le viti e l'orto. La mattina mia zia mi faceva la colazione con il rosso dell'uovo fresco sbattuto insieme allo zucchero.
In questo cortile ho anche sentito la scossa di terremoto più forte della mia vita tanto che non riuscivo a stare in piedi dalle oscillazioni e a percorrere il tratto dalla porta di quel garage la in fondo fino al cancello che dava sulla strada. Qui nell'angolo della casa c'era una roulotte posteggiata sotto un grande abete che ora non c'è più. Dietro quel muro dove c'è l'albero, c'è l'ingresso e lì c'era un dondolo. Moltissimi pomeriggi li ho passati lì a giocare con le macchinine facendo mille strade tra i sassolini del cortile. Questa era la via appena fuori dalla casa. Incredibile quante cose abbia fatto in questo pezzo di strada. Ho impresso nella testa le migliaia di volte in cui camminavo in cima a quel muretto che vedete sulla destra e infilavo la mano nei buchi che erano stati lasciati per fissare una eventuale recinzione che non è mai stata messa e che invece ora c'è. Ogni tanto questi buchi circolari dopo un temporale erano pieni d'acqua, e ci trovavo dentro delle ranocchiette. Oltre il muretto c'era un campo di grano enorme (o forse era normale ed ero io ad essere piccolo. Con la mia amica Lina (che abitava in quella casa bianca che vedete sulla sinistra, l'ultima) e con l'altra mia amica Laura andavamo dentro il granturco e correvamo tra i filari alti il doppio di noi. Poi, quando ci stufavamo ci si trovava a casa di Lina a giocare a Monopoli. Quella casa era una specie di formaggiaia. C'era questo buon odore di latte cagliato e di formaggio fresco che invadeva tutte le stanze. La casa di Lina è rimasta praticamente com'era 20 anni fa. A differenza di quella dove alloggiavo io era veramente antica. La cucina aveva un pavimento di cemento consumato dal tempo, come il resto della casa. Una vecchia scala di legno portava su alle camere dove non sono mai salito, ma la curiosità di bimbo era tanta nel voler esplorare quella scala segreta. Nel corridoio a volta c'erano sempre 4 o 5 forme di formaggio ad asciugare. Davanti alla casa di Lina, c'era un ruscello che passava sotto ad un ponticello. Lì era uno dei miei posti segreti... A casa di Laura invece si facevano le cose più divertenti. Ecco uno scorcio del suo cortile. Anche qui non è cambiato quasi nulla. Lei aveva un sacco di campi e terre coltivate, quindi di conseguenza, trattori, carri, fienile enorme, ecc.. Ogni volta che eravamo da lei io mi ritrovavo sopra il carro del fieno, oppure a condurre lentamente il trattore tra i filari dell'uva (si, ero un bambino ma guidavo il trattore! Me lo avevo insegnato il papà di laura) mentre gli altri potavano i rami delle viti, oppure giocavamo con le decine di gatti che aveva.Vicino alla casa di laura c'era l'unico negozio del borgo. Era un mini-market che ieri ho scoperto esser chiuso sbarrato. Dentro c'era Remigio con sua moglie. Vendevano di tutto, dal latte, al pane, dalla carne ai biscotti. Era una pacchia per me andare da Remigio. Mi ricordo che compravo un tipo di biscotti salati o qualcosa di simile, di cui andavo letteralmente pazzo. Ho ancora chiaro in testa il sapore che avevano, ma non mi ricordo più cosa fosse. Quello che posso dire era che erano molto simili ai Tuc di adesso, o forse eran loro. Che strani scherzi che gioca la memoria...
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