05 maggio 2008
Le immense foreste pluviali della Columbia britannica
Sono venuto a conoscenza di questo straordinario luogo per caso, leggendo una rivista. Ho scoperto con mio incredibile stupore che esiste una foresta enormissima dove spostarsi a piedi è impensabile oltre che al limite della sopravvivenza umana, dove esistono condizioni climatiche uniche, dove si crea un mix unico di pioggia, montagne e mare. I venti che soffiano dall'oceano incontrano le montagne costiere e rilasciano umidità in abbondanza, favorendo una rigogliosa (ma il termine è riduttivo) vegetazione. Queste condizioni climatiche hanno permesso il formarsi di uno degli scenari naturali più ricchi e spettacolari del pianeta. Ci sono particolari alberi che raggiungono i 100 metri di altezza, e possono arrivare a 1500 anni di età. Le montagne superano i 3000 metri e il mare qui produce onde alte come case durante le tempeste invernali. Sto parlando della foresta pluviale più grande del pianeta in una zona geografica a clima temperato: la Great Bear in Canada, 64.000 km quadrati di boschi che ricoprono le valli della catena montuosa del British Columbia lungo la costa dell'Oceano Pacifico. Un ecosistema praticamente inacessibile all'uomo: arrivando da terra le montagne sono un ostacolo praticamente insormontabile dall'uomo e dove non c'è la terra c'è l'acqua, profonda, e salata o dolce e corrente. Per questo si usano gli elicotteri come unico mezzo di trasporto per fare ogni cosa. Per andare per esempio da Vancouver alle rive di uno dei laghi glaciali dentro la foresta è indispensabile usare l'elicottero altrimenti bisognerebbe camminare per mesi! Servirebbe una settimana solo per percorrere i primi 80 km. Ci sono punti in cui la foresta diventa così fitta che per avanzare bisogna strisciare sulla pancia. E ancora non avreste visto il peggio: bisognerebbe scavalcare 12 montagne, undici fiumi e sei ghiacciai per arrivare al benedetto lago. Qui si respira una sorta di esuberanza giovanile della natura (fiumi impetuosi, fauna abbondante e varia, montagne slanciate) perchè tutto è nato nell'ultima era glaciale, quindi poco tempo fa. Tanta ricchezza in fatto di biodiversità è il frutto della collaborazione tra mare e terra. I corsi d'acqua spediscono alle montagne un costante rifornimento alimentare grazie alla migrazione dei salmoni e tutti ne approfittano. Nelle acque poco profonde i lupi si gettano sui pescioni, l'aquila calva li artiglia, gli orsi li acchiappano al volo dalle cime delle cascate. Perfino le carcasse trascinate nella boscaglia per essere gustate in pace aiutano la crescita degli alberi. E' soprattutto merito dei salmoni se ogni mezzo ettaro di Great Bear contiene 500 tonnellate di biomassa, una quantità incredibile, più che in una foresta pluviale tropicale. Insomma il ciclo di vita dei salmoni qui è una delle più grandi metafore della vita: muoiono per permettere alle generazioni successive di vivere.In conclusione dico: meno male esistono ancora questi posti al mondo. Conserviamoli intatti così come sono!
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2 commenti:
Sono paesaggi che lasciano senza parole...ci ho vissuto 3 anni, esattamente a Osoyoos, lavoravo in una piccola enoteca,è in assoluto la cittadina con il clima estivo più caldo (si fa per dire...) del Canada.
Che nostalgia....
Ciao! Ustrega che bello ho trovato qualcuno che ci è stato davvero in quei luoghi incantati. E' tutto esatto quello che ho scritto? Dai racconta un pò di come si vive in quei posti!
Momo
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