Stasera sono stato a teatro a vedere "Bambinacci" con Amanda Sandrelli e una bravissima Beatrice Orlandini che prima di oggi non conoscevo ma che, sono sicuro, farà presto parlare di lei. Era la prima volta che vedevo a teatro una cosa così intensa e dolorosa. Amanda Sandrelli alla fine aveva le lacrime. Bravi tutti, mi è piaciuto.
Storia di cinque orfani, Bambinacci di Duccio Camerini è ambientato in un orfanotrofio. Interpreti con Camerini (Nunziangelo, 14 anni), Amanda Sandrelli (Giovannella, 11 anni, ha ucciso il suo papà adottivo per difesa più che legittima), Beatrice Orlandini (la piccola Celeste, un destino segnato) e Daniele Russo, cioè Ippo, 8 anni, balbuziente. Lui una famiglia ce l'ha, ma si accosta al proibitissimo Castello Bucio per conoscere i cìtoli (bambini) che vi sono segregati. Poi c'è la Giubilata (Angela Sajeva), una specie di strega cattiva delle favole, che nasconde i segnacoli, come dire il patrimonio genetico e psichico dei piccoli, perché la Storia si ripeta e la paura si trasmetta insieme con il dna. Gli elementi della drammaturgia di Camerini ci sono tutti: una macchina scenica racchiudi-segreti; la storia del Paese che si intreccia indissolubilmente con quella dei personaggi; momenti in cui la coralità si perde e l'attore reclama tutta l'attenzione; l'utilizzo del dialetto (un mix di ciociaro, pescarese e lucano) a marchiare i personaggi con uno strano sdoppiamento, una Babele di lingue che a volte sembra artificiale, altre affascina. Primo atto meglio del secondo, ma nel complesso l'operazione è riuscita. Ascoltiamo i bambini, piccoli adulti senza retorica.
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1 commento:
mi piacerebbe moltissimo vederlo. chissà se passa da milano.
Ciao!
Zion
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