11 aprile 2007

Wilfing, ovvero navigare senza meta

Sì, perché quando si lancia una ricerca con Google non si sa mai veramente dove si andrà a finire, né quanto ci vorrà per raggiungere l’obiettivo: è assai probabile che il percorso intrapreso porti con sé sorprese inaspettate, offrendo l’occasione per piacevoli divagazioni e facendo così perdere di vista il motivo per cui è stato aperto il browser.
Anzi, più che altro accade che saltando di link in link ci si dimentichi completamente di ciò che si doveva o voleva trovare. Il fenomeno è stato battezzato Wilfing, che sta per «What Was I Looking For?», ovvero «Cosa stavo cercando?», e il termine è già diventato d’uso comune.

Un sondaggio su un campione di 2.400 persone rivela che milioni di internauti trascorrono moltissimo tempo navigando il web praticamente senza meta. Ben 7 utenti ogni 10 hanno infatti ammesso di essere sensibili a questa «sindrome dell’internauta disperso in rete», sia che si trovino di fronte al computer di casa sia a quello del lavoro, e circa un internauta ogni 4 ha anche riconosciuto che oltre un terzo del tempo trascorso online viene allegramente dedicato alla navigazione casuale.

Troppa scelta, dicono gli esperti: come spiega il Times Online, il web trabocca di contenuti di tutti i tipi: distrarsi è davvero troppo facile e perdere il filo è un gioco da ragazzi. Il consiglio è di intraprendere la navigazione online avendo cura di darsi prima di tutto un obiettivo preciso, non dimenticandosi mai di fissare un tempo massimo entro il quale raggiungerlo. Facile a dirsi.
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