Vicenda stock options:
Dal Corriere. Lo scandalo è esploso 9 mesi fa e coinvolge 200 società americane soprattutto quelle della Silicon Valley, quelle che hanno dovuto combattere aspramente per trattenere i dirigenti migliori, le menti più innovative. Per far questo si è scoperto che giocando sull'avidità dei manager e trattando con poco rispetto gli azionisti hanno eluso il fisco.
Gli inquirenti non hanno fretta e fin qui hanno incriminato pochi dirigenti ma han fatto capire che andranno fino infondo. Così son state le stesse società indagate a prendere l'iniziativa avviando indagini interne che hanno già portato alle dimissioni volontarie o al licenziamento di decine di amministratori delegati. Alcuni dirigenti sono riparati all'estero.
Una crisi che sta sconvolgendo il firmamento tecnologico americano. Tra le aziende coinvolte Adobe, McAfee, Nvidia. Sfiorata anche Google mentre la Apple è in piena tempesta. La scorsa estate la società di Cupertino ha deciso di condurre un'indagine interna la cui credibilità dovrebbe essere garantita dalla personalità del capo della commissione: Al Gore. Dopo qualche mese di indagini i commissari hanno concluso che la Apple ha violato la legge ma hanno indicato come responsabili due dirigenti della parte finanziaria che nel frattempo hanno lasciato la società. Jobs è stato assolto ma non con formula piena. Non ha commesso reati e non ha tratto vantaggio personale da compensi illegalmente gonfiati con artifici contabili. Però sapeva quello che stava avvenendo a vantaggio di altri dirigenti e lo ha permesso perchè secondo la difesa della Apple non si sarebbe reso conto delle implicazioni contabili e fiscali della cosa. Una difesa che ha lasciato tutti l'amaro in bocca. E che forse non basterà a convincere gli investigatori. Intanto i dirigenti Apple messi sotto accusa negano ogni cosa mentre molti osservatori esterni dubitano che, visto il loro scarso peso al vertice dell'azienda, possano essere stati loro gli unici responsabili.
Ci sono poi dubbi sulla inconsapevolezza di Jobs vista la sua pretesa quasi maniacale di sapere tutto quello che accade in azienda ed anche sul fatto che non abbia beneficiato personalmente di questi giochi contabili: è vero che l'uomo che percepisce dalla sua azienda uno stipendio di un solo dollaro l'anno non ha esercitato le sue opzioni ma non le ha certo date in beneficenza. le ha convertite in 5milioni di azioni privilegiate del valore di 75 milioni di dollari. Oltretutto un'altra società pesantemente coinvolta nello scandalo delle opzioni retrodatate è la Pixar che Jobs ha venduto qualche tempo fa alla Disney. Anche qui Jobs è sotto indagine. Per l'imprenditore simbolo di un'intera generazione che si rivela un genio e diventa un industriale di straordinario successo è un momento difficilissimo. I quotidiani della West coast non gli danno respiro, e gli analisti finanziari ed esperti legali sono convinti che quello di ieri potrebbe essere stato l'ultimo Macworld show di Steve Jobs. "Qualunque altro personaggio nelle sue condizioni ieri non sarebbe salito sul palco" nota l'analista Enderle. Il motivo è semplice, la Apple sta cercando di salvare il suo asset principale: Jobs. Steve è il motore e l'anima della società che ha fatto lievitare il valore delle azioni Apple del 1200 per cento. Secondo gli analisti di Wall Street un'improvvisa uscita di scena del fondatore farebbe perdere alla Apple il 20 30 per cento del suo valore.
Speriamo bene. Altro che iPhone...
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