Decisamente troppo poco per le enormi potenzialità paesaggistiche che possono dare questi monti e più in generale tutta la conca ampezzana. Ed è infatti mia intenzione tornare più volte da queste parti, affrontando escursioni anche più impegnative di quella che vi andrò a raccontare.
Partiamo!
Questo è il percorso che ho fatto:
Il punto di partenza è poco oltre il passo Falzarego, nei pressi di un parcheggio a lato strada. Si punta dritto verso le Cinque torri, poi la direzione è quella del Passo Giau. Il ritorno l'ho fatto girando intorno al Nuvolau e passando sotto l'Averau, per poi tornare di fronte alla Tofana di Rozes e quindi di nuovo al parcheggio completando un giro per un totale di circa 12 km.
Oggi avrò quindi la possibilità di ammirare da vicino e in tutto il suo splendore, una delle tre Tofane, forse la più famosa e massiccia, la Tofana di Rozes che mi farà da guardiano per tutto il tempo. Le Tofane si stagliano imponenti nella conca d'Ampezzo a pochi km da Cortina, siamo in piena provincia di Belluno quindi in Veneto. Questi luoghi e queste vette sono state testimoni di cruenti scontri e di centinaia, probabilmente migliaia di decessi durante la prima grande guerra. Un territorio selvaggio e rude che nasconde paesaggi incredibilmente belli che attendono solo di essere scoperti e fotografati.
La giornata è prevista variabile, senza possibilità di pioggia. Spero che le nuvole non mi rovinino l'escursione. L'inizio è promettente ed infatti la D90 inizia a fare il suo lavoro decisamente prima di arrivare a destinazione. Qui siamo a Moena, il paese sonnecchia ancora (sono le 7.40) ma il sole sta arrivando veloce in Val di Fassa. Ecco il Catinaccio e le prime case illuminate dal sole del mattino.
Oggi avrò quindi la possibilità di ammirare da vicino e in tutto il suo splendore, una delle tre Tofane, forse la più famosa e massiccia, la Tofana di Rozes che mi farà da guardiano per tutto il tempo. Le Tofane si stagliano imponenti nella conca d'Ampezzo a pochi km da Cortina, siamo in piena provincia di Belluno quindi in Veneto. Questi luoghi e queste vette sono state testimoni di cruenti scontri e di centinaia, probabilmente migliaia di decessi durante la prima grande guerra. Un territorio selvaggio e rude che nasconde paesaggi incredibilmente belli che attendono solo di essere scoperti e fotografati.
La giornata è prevista variabile, senza possibilità di pioggia. Spero che le nuvole non mi rovinino l'escursione. L'inizio è promettente ed infatti la D90 inizia a fare il suo lavoro decisamente prima di arrivare a destinazione. Qui siamo a Moena, il paese sonnecchia ancora (sono le 7.40) ma il sole sta arrivando veloce in Val di Fassa. Ecco il Catinaccio e le prime case illuminate dal sole del mattino.
Mi sposto pochi km più avanti e mi fermo a immortalare i Dirupi di Larsec. Alcuni stracci di nuvolaglie sono ancora intrappolate tra le cime candide e intirizzite. La temperatura questa mattina è intorno ai 9-10 gradi.
Salgo verso il Passo Fedaia e quindi sotto la base della Marmolada. I monti appena sopra Alba di Canazei sono ancora accompagnati dalla luna.
La diga di Fedaia e la Marmolada, la montagna più alta del Trentino Alto Adige che qui invece sembra una dolce collinetta rocciosa.
Abbandono il Passo Fedaia e mi dirigo oltre, verso il Passo Falzarego.
Arrivo a destinazione e trovo posto in un parcheggio lungo la strada che conduce a Cortina.
Arrivo a destinazione e trovo posto in un parcheggio lungo la strada che conduce a Cortina.
Sono a solo 15 km dalla regina delle Dolomiti, ma io sono venuto qui per ammirare le vette dolomitiche, non certo le vetrine dei negozi. Ecco la cima della Tofana di Rozes. Mi guarda dall'alto dei suoi 3225 metri e incute un certo timore.
E' ora di far andare le gambe. Mi incammino verso il sentiero 440, che coincide con l'"Alta via delle Dolomiti n.1" lunga complessivamente 150 km e che percorre le Dolomiti da Braies a Belluno.
La giornata si sta scaldando lentamente anche se rimarrà piuttosto ventosa per tutto il giorno. Intorno a me non c'è nessuno ma la zona pullula già di molti turisti che preferiscono seggiovie o sistemi più comodi per arrivare ai rifugi magari divorando un pranzo tipico o per catturare l'ultima abbronzatura prima di tornare in città. Ma io come potrei fare foto come questa
se prendessi la seggiovia?
Come potrei sentire l'odore intenso del bosco, vivere l'emozione che si prova quando si percorre un sentiero sconosciuto
Come potrei sentire l'odore intenso del bosco, vivere l'emozione che si prova quando si percorre un sentiero sconosciuto
Non potrei mai, soprattutto per zone che per me sono completamente nuove. Il panorama intorno a me, una volta iniziata la salita, si trasforma ogni 10-15 minuti. Sono partito dai 1948 metri d'altezza del Passo Falzarego e sono diretto, come prima meta, al rifugio Scoiattoli a 2225 metri. Quindi, tanto per iniziare, abbiamo quasi 300 metri di dislivello da percorrere. Non molto, in verità.
Ecco una visione più panoramica del Lagazuoi
Ecco una visione più panoramica del Lagazuoi
Salgo ancora e uscito dal bosco davanti a me compare l'Averau (2647 metri), un altro monte che contribuisce a creare profili aguzzi dalle parti del Falzarego.
Cammino in mezzo ad una pietraia e mi fermo a pensare quanto sia straordinariamente accecante la roccia dolomitica,
questa particolare roccia calcarea che esiste solo qui ed ha il potere di creare contrasti cromatici incredibilmente intensi, sia col verde che la circonda che con il blu dei cieli.
Arrivo nei pressi del Rifugio Scoiattoli ed ecco il panorama che ho davanti agli occhi (ingrandibile).
Oggi nessun incontro selvaggio, la gente è troppa anche se dalle immagini non si direbbe. Neppure a fiori siamo messi benissimo da queste parti, anche se qualcosa qua e là troverò.
Dietro di me c'è l'Averau che mi aspetta. Per andare da lui però, farò un giro molto ampio fino ad arrivare al Passo Giau, 4 km più avanti in linea d'aria.
A breve la seconda e conclusiva puntata di questa escursione.
(TPP) 4 ore e 20.
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A breve la seconda e conclusiva puntata di questa escursione.
(TPP) 4 ore e 20.
2 commenti:
Bellissime foto Momo, come sempre.
Vedo che il tempo è stato clemente, anche se sono convinto che faceva un po' freddo. A giudicare dalla cartina hai camminato veramente tanto. Bellissime le immagini che ben documentano il percorso. Mi sembra di essere là.
Ciao
Silvano
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