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23 gennaio 2015

5 giorni nella magica Parigi (8)

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Qui le precedenti puntate. Uno, due, tre, quattro, cinque, sei, sette
Sta per iniziare il nostro penultimo giorno a Parigi. Oggi è domenica e il programma parla ancora una volta di un perfetto mix di cultura e svago. Si inizia con la visita alla magnifica Saint Chapelle.  Andiamo a prendere il metrò, come nostro solito e ne approfitto per fotografare la struttura di ingresso in ferro battuto. Ne fotograferò di più belle più avanti. 

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Eccoci in metropolitana. 

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Scendiamo in una delle stazioni più affascianti di Parigi: Cité, che si trova esattamente in mezzo alla Senna, al centro de l'ilé de la Citè, il cuore di Parigi. E per evitare qualsiasi problema di infiltrazione d’acqua, hanno pensato bene di costruire la stazione della metro dentro un’enorme cisterna. 

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La giornata è grigia e non piove. Ma oggi pomeriggio è previsto un po’ di sole. Quasi un evento per Parigi. Ecco là in fondo la Saint Chapelle. 

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Questa piccola chiesa nascosta è assolutamente da includere nella lista delle cose da vedere a Parigi, in quanto offre uno straordinario spettacolo.

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L’edificio è diviso in due: la parte inferiore e quella superiore. Quella superiore è sicuramente il pezzo forte. Si possono ammirare vetrate colorate che coprono 670 metri quadrati. L’effetto globale è incredibile. 

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Purtroppo il mega rosone era in restauro. 

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Da fuori è veramente difficile apprezzarla, perché è stata chiusa da altre costruzioni. 

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La nostra visita prosegue verso le torri di Notre dame. Vedere la cattedrale che compare all’improvviso davanti a noi fa sempre un certo effetto. 

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Oggi affronteremo i 422 gradini che portano alle torri e ai famosissimi doccioni, detti anche Gargoyle. La giornata grigia accentuerà l’atmosfera decisamente gotica. 

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Arriviamo in cima e passando per angusti corridoi all’aperto, osserviamo le mostruose creature. 

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La piazza sottostante. 

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Saliamo al secondo piano delle torri. 

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La foschia impedisce di vedere la torre Eiffel. 

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Altri doccioni. Sullo sfondo il Centre Pompidou.

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Una veduta verso il quartiere del Marais. 

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Che guglie, ragazzi!

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Siamo altini, eh?

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Chiusi in gabbia come leoni inferociti, ci avviamo verso l’uscita. 

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Il quartiere latino. 

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Ecco Notredame da fuori. 

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C’è anche una statua dedicata a Giovanni Paolo II. 

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A fianco della cattedrale, c’è Pont de l’Archevêché. Ed è conciato così. 

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Ora ci spostiamo a piedi e notiamo da lontano una delle tante cose che avevamo programmato ma che non visiteremo: la Conciergerie, luogo in cui fu prigioniera anche Maria Antonietta in attesa di essere ghigliottinata. 

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Ecco lo splendido Hotel de ville, il “municipio” della città. 

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Altra splendida struttura che fa da ingresso della metro. 

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Ci spostiamo ancora e giungiamo a l’arc de Triomphe, incredibile monumento voluto fortemente da Napoleone. Il bestio è alto 50 metri ed è uno degli archi di trionfo più grandi del mondo. 

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Raggiungerlo è un’impresa, perché è al centro di una piazza a dir poco mastodontica. Pensate che qui confluiscono 12 enormi viali. E infatti la piazza si chiama étoile (stella), anche se ufficialmente la piazza si chiama Place Charles de Gaulle.

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Saliamo in cima. Altri 284 scalini. Il sole sta effettivamente arrivando, e il cielo è azzurro. E’ la prima volta in questa vacanza parigina. Ecco la via più famosa di Parigi: Avenue des Champs-élysées.

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La tour Eiffel pur vicina a noi, non si vede ancora. 

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La terrazza dell’arco. 

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Dentro l’arco c’è anche un nutritissimo negozio di souvenir. 

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Scendiamo. Ecco la tomba del milite ignoto che è posta proprio sotto l’arco. 

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Questa data mi è familiare! 4 settembre, il mio compleanno. 

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Finita la visita all’arco, ci buttiamo nel mondo dello shopping. 

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Arriviamo nuovamente da Ladurée. Dobbiamo prendere un pensiero ai nostri cari in Italia. E quale idea migliore dei più ricercati e buoni macarons di Parigi? 

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Ci mettiamo in fila. Eh si, c’è la fila per entrare. Che vi credevate?

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Una volta dentro, scateno la mia reflex. 

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Oltre 8 inservienti accontentano i desideri dei golosi turisti. 

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Mangiare un macarons è una sensazione da provare. All’inizio il palato incontra una leggera resistenza nello schiacciare il pasticcino, ma subito dopo la superficie di meringa colorata cede e si sprigiona un sapore spaziale. 

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Ma Ladurée è famoso anche per altre incredibili creazioni. 

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Non sono pasticcini, sono gioielli. 

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Con l’acquolina che mi arriva alle scarpe, usciamo con la nostra borsetta di carta contenente macarons per tutti e proseguiamo. Ecco Paul, altro posto dove provare le baguette. 

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Il Disney store con le vetrine completamente dedicate a Frozen. Ci fosse qui l’Avril… 

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Dopo aver fatto tutto o quasi il vialone dei “Campi elisi”, ci dirigiamo verso il quartiere de la Defense. Siamo attirati come mosche dal grand arc, il cubone bucato in mezzo che tutti conoscono. 

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Ai piedi del cubone c’è il più grande mercatino di Natale di Parigi. Purtroppo non avremo tempo per vederlo. 

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Ci infiliamo in un mega centro commerciale lì vicino. Dobbiamo cercare alcuni regali...

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Qui è pieno di schermi giganti...

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Usciamo soddisfatti dal centro commerciale e si è fatto buio.

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La stanchezza inizia a farsi sentire. 

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Ma abbiamo un’appuntamento imperdibile: lo sbrilluccichio della Tour Eiffel. Eccoci appostati vicino alle mega fontane del Trocadero. Le nuvole basse impediscono la completa visione della torre. 

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L’effetto magico sulla torre viene acceso ad ogni inizio d’ora quando fa buio e dura appena 5 minuti. Puntuale come un orologio svizzero, alle 18 la tour inizia il suo magico spettacolo. E’ difficile rendere l’effetto in foto ma grosso modo...

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Finito l’effetto scatto ancora qualche foto al gigante di ferro. 

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Esausti, salutiamo la torre e ci dirigiamo in centro. E’ ora di cenare. Le vie del centro si sono svuotate. Tira anche un vento gelido ma decidiamo di andare a vedere il Louvre di notte. 

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Ed ecco lo spettacolo che lascia a bocca aperta. 

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Dopo una decina di selfie e una cena non proprio azzeccata (era l’unica volta che andavamo alla cieca), ritorniamo all’hotel distrutti e infreddoliti. Domani ci aspetta l’ultima mezza giornata parigina. 
A presto per la conclusione del racconto.

2 commenti:

  1. thanks its beautiful e recorde a noi in Parijs

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  2. Bellissime foto Momo !
    A guardare le foto di Ladurée m'è venuta l'acqualina in bocca. L'effetto che si prova nel morsicare un Macarons è qualcosa di indescrivibile ... l'Hotel Du Louvre, che ricordi fantastici.
    Stefano

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