Qui la prima parte.
Qui la seconda parte.
Eccolo, è Mikel Nieve, ciclista spagnolo, il primo a comparire sulla linea del traguardo dopo 229 km di montagne massacranti e 7 ore e 27 minuti di gara. Si volta indietro e può esultare.
per qualche tempo Nieve è anche stato Maglia Rosa, ma poi Contador è tornato sotto.
Eccolo tagliare il traguardo. Lo sfinimento è evidente. La velocità di marcia è bassissima.
In cinque lo sorreggono e lo portano via.
Dopo 1 minuto e 41 secondi arriva anche Stefano Garzelli, bravissimo 37enne varesino che di Giri ne ha visti 12 e uno l'ha anche vinto nel 2000.
Anche lui super protagonista di giornata avendo passato in testa sia lo scollinamento sul Passo Giau che quello sul Fedaia.
Poi è stato "fregato" negli ultimi km dal molto più giovane Nieve.
Anche lui viene preso in custodia dagli addetti. E' sfinito.
Dieci secondi dopo Garzelli arriva la maglia Rosa, Alberto Contador, che mi prende anche alla sprovvista.
Alla fine della gara dichiarerà: "E' stata la tappa più dura della mia vita". Comunque Contador mantiene la maglia Rosa saldamente sulle sue spalle.
Come i combattenti provenienti dal fronte, arrivano uno alla volta anche gli altri temerari. Ecco Gadret, corridore francese che si piazzerà al quinto posto.
Arriva anche Nibali, con 3.34 minuti di ritardo. Doveva essere la bestia nera di Contador, ma la fatica ha prevalso.
Ogni corridore che passa è una battaglia tra l'urlo della folla e la fatica dell'atleta.
Mentre la gara volge al termine, è già tempo di premiazioni. Vittoria di tappa per Nieve.
Ancora maglia Rosa per Alberto Contador che innaffia tutti i fotografi con lo spumante.
La gente, dopo l'arrivo dei primi 30 corridori, inizia a sfollare. Sono le 18.10. Per tornare a casa ci vorrà un bel po' per tutti. Io che abito a pochi km da qui, arriverò a casa alle 20. Fate un po' voi i conti
prima di dirigermi verso casa vado a dare un occhio alle tante ammiraglie arrivate qui e deviate subito verso la strada secondaria dietro il rifugio Gardeccia.
Sopra queste auto ci sono bici che valgono 6-7 mila euro. Un vero patrimonio di tecnologia su due ruote.
Ecco la bici personale di Contador.
Dietro l'organizzazione di una tappa del Giro d'Italia, c'è veramente un sacco di lavoro. Alcune moto della Polizia che scortano i corridori.
E' tempo di tornare a casa. Rapidamente mi defilo verso sentieri paralleli alla strada fatta in mattinata, che ora è temporaneamente non transitabile per coloro che vogliono scendere. Stanno ancora salendo i corridori.
La pioggia ha reso tutto un po' fangoso. Davanti a me c'è la Marmolada.
Alla mia sinistra, i ciclisti che salgono.
Passato l'ultimo atleta, riesco a tornare sulla strada principale. Si cammina più velocemente.
E si smonta già tutto.
Arrivato di nuovo a Pozza, ritrovo Cassani al parcheggio, pronto per un collegamento con la Rai.
E' veramente tempo di salire sull'auto e tornare a casa. Sono tutto incartapecorito. Doccia, aspettami.
Sono incredibili quelle bici, ti posso assicurare che valgono anche molto più di 6-7 mila euro. Un mio amico è stato campione d'Italia di ciclismo su pista (ma ha corso anche su strada per molti anni) e aveva bici sui 10 mila euro, parlare di chili è superfluo, perché niente conta come la sensazione di sollevare queste bici che si alzano davvero con 3 dita.
RispondiEliminaLe bici dei ciclisti al giro d'Italia sono fatte su misura, esattamente come un abito vengono prese le misure di ogni parte del corpo del ciclista e su queste vengono assemblati i pezzi della bici. D'altronde su tappe come questa ci devono stare in sella per più di 7 ore.
Comunque pazzesca questa tappa, c'è da inchinarsi di fronte a questi uomini! Complimenti anche a te Momo per il racconto e per la tua giornata da vero Ultimate Survivor! :D