Qui la prima parte.
Si prosegue dritti dritti verso la Forcella dei Campanili, che dista a circa 40 minuti da dove siamo ora.
Nel frattempo, l’umidità, anche se poca, inizia a formare piccole nuvole di condensazione. Sono le 9 in punto e il caldo inizia a salire.
Ormai siamo piuttosto lontano dal Rifugio Torre di Pisa. E’ grosso modo dove vedete quel quadrato nero che si staglia nel cielo che altro non è che un orrendo ripetitore passivo di segnale elettromagnetico.
La forcella si avvicina. Siamo ancora belli freschi e riposati. E la vista che abbiamo sulla nostra sinistra ci carica a mille. Guardate che roba!
Eccoci qui! Siete pronti a vedere cosa c’è al di là di questa selletta?
Boom! Ecco il Catenaccio, il passo Costalunga e tutta la parte terminale della Val d’Ega.
Alla mia destra c’è l’attacco e l’arrivo della Ferrata dei Campanili che tra poco inizieremo.
Alla mia sinistra un’impressionante gruppo di guglie che si stagliano nel cielo.
Mio fratello si scatena con i selfie.
Prova ad immortalare anche il baratro.
Ma è arrivato il momento di imbragarci con l’attrezzatura da ferrata, casco compreso. Troppo spesso vedo miriadi di sprovveduti che affrontano questi percorsi con scarpe da tennis lisce, o peggio ancora senza imbrago e senza casco. Basta una minimissima imprudenza per far finire una splendida escursione in una orrenda fine. Lo sa bene anche questa marmotta che ci osserva da lontano.
Ok, si parte. Il giro della ferrata inizia, percorrendola in senso anti-orario come abbiamo fatto noi, attraversando un ghiaione che fila via quasi in piano e taglia in due lo Schenon.
Qui imbrago e casco non servono, ma la prudenza è sempre fondamentale. Sotto di noi ci sono già parecchi metri di vuoto.
Ecco il paesaggio lunare alle nostre spalle.
La poca vegetazione che incontriamo è quasi esclusivamente costituita da Cardi selvatici gialli.
Eccomi in azione.
Alcuni passaggi del sentiero che stiamo percorrendo.
Sono le 10.10. Davanti a noi vediamo spuntare il Bivacco Rigatti, quella scatoletta arancio che vedete là in fondo. Il bivacco segna l’inizio della Ferrata dei Campanili vera e propria e anche l’inizio della via di ritorno per noi.
Indovinate da che parte siamo passati? A rivedere la foto non lo riconosco neppure io. Però fa impressione.
Siamo quasi alla Forcella Latemar Grande, altra finestra che dà sul Catinaccio.
Ultimi metri di fatica.
Et voilà! Siamo in paradiso.
Entriamo al bivacco Rigatti a dare uno sguardo.
8 posti letto. Spartanissimo ma funzionale.
E’ ora di pranzare, anche se sono solo le 10.45. Essendoci alzati alle 5, abbiamo una fame da lupi.
Dopo pochi minuti, arriva a raccattare qualcosa anche una coppia di Gracchi alpini.
Ma ora è tempo di iniziare a fare sul serio. Controlliamo l’attrezzatura e gli imbraghi e si parte per la ferrata. Ecco il punto d’inizio. La durata della ferrata è stimata in un’ora e mezza circa.
Si inizia subito a tutto gas. Ecco un tratto verticale molto impegnativo.
Questo è lo spettacolo che abbiamo alla nostra destra.
Proseguiamo concentrati mentre ci guardiamo intorno.
Per chi non fosse avezzo alle ferrate, si tratta di percorsi caratterizzati da funi metalliche alle quali ci si assicura con una doppia corda grazie a dei moschettoni che si agganciano e sganciano (assolutamente mai contemporaneamente) ogni qual volta si incontra un chiodo fissato alla parete. Se si seguono le regole, non si è mai e poi mai in pericolo.
Quello che è certo è che chi soffre di vertigini è meglio che stia a casa. :-)
Ecco il bivacco dopo 15 minuti di ferrata.
Arriviamo in un tratto decisamente impegnativo. Poi scopriremo che è in assoluto il passaggio più delicato di tutto il percorso.
Si tratta di oltrepassare un’impressionante canale con l’aiuto di corde e scale. Ecco un’altro escursionista dall’altra parte del canale. Se osservate la foto, potrete notare nella parte basse gli scalini metallici ancorati alla roccia. Facciamo foto nell’attesa che tre escursionisti passino nel canale per evitare di incontrarci a metà.
Eccoli mentre fanno gli scalini.
Visto la loro lentezza, io e mio fratello decidiamo di procedere. Si va!
Ecco mio fratello alle prese con gli scalini. Paura eh?!
Finito il tratto delicato, ci guardiamo in giro. Ecco il panorama alla nostra sinistra.
E quello alla nostra destra.
La via ferrata prosegue.
Mio fratello fa lo splendido assicurato con l’imbrago.
Un momento di sosta.
Questa ferrata presenta parecchi pezzi che si fanno senza corda metallica perché il percorso si tramuta in sentiero in quota. Esposto, ma pur sempre sentiero. Li vedete i due omini a destra che ci stanno venendo incontro?
Tratti spettacolari della ferrata.
Nel frattempo il cielo si è rannuvolato un po’. Ma non minaccia assolutamente ne di far temporali, ne di piovere.
Finisce qui la seconda parte di questa avventura ad alta quota. A presto per la terza ed ultima parte.
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