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29 dicembre 2014

5 giorni nella magica Parigi (3)

Qui la prima e la seconda puntata.

Apro gli occhi lentamente. Fuori è ancora buio. Posso sentire distintamente che sta piovendo, ma non capisco dove sono… Inquadro meglio la stanza in cui mi trovo e d’improvviso mi torna tutto in mente: Parigi! Sono a Parigi e oggi ci aspetta un’impegnativa giornata dedicata metà alla cultura artistica e metà alla cultura dello shopping! Che piova o meno, sinceramente non ci interessa. E con questo spirito, tutti belli contenti, ci prepariamo per la nostra colazione.  

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Il nostro albergo continua a stupirmi per la sua tranquillità, elemento che non guasta visto le giornate che ci attendono. Dopo un’ora dalla colazione, siamo già nella pancia del Louvre, il più grande e maestoso museo al mondo. Eccoci al Carrousel du Louvre, un grande agglomerato di eleganti negozi che fanno da antipasto all’ingresso vero e proprio del Louvre. 

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In fondo al corridoio, arriviamo in uno dei luoghi che per me hanno un particolare significato. Eccoci davanti alla Piramide rovesciata. Qui ha inizio il mio percorso ideale al Louvre, che passa inesorabilmente davanti alla Nike di Samotracia per poi proseguire nell’ala Denon, dove sono esposti i più grandi capolavori degli artisti italiani. Punto finale, la Gioconda di Leonardo. Ogni volta che vengo da queste parti, mi si rizzano i peli sulle braccia. E’ qualcosa che non so bene interpretare, ma è potente. 

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Mi faccio fare uno scatto per immortalare il momento. Qui sotto, sembra sia sepolta Maria Maddalena, il vero Santo Graal (Il Codice Da Vinci insegna), chissà dove finisce la finzione e inizia la realtà?

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Sta di fatto che il museo è ancora chiuso, siamo arrivati troppo presto, e allora basta girare di 90 gradi lo sguardo, per trovare altri punti di interesse. Toh, ma guarda! Un Applestore! 

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Visioniamo velocemente i nuovi iPhone 6 e corriamo all’interno del museo. Grazie alla Museum Pass saltiamo tutte le code per l’acquisto del biglietto (che in realtà non erano così lunghe) e dopo aver abbandonato tutto o quasi al Vestiaire, il guardaroba, ci tuffiamo nei meandri del Louvre. 

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Come già immagino sappiate, non è possibile visitare tutto il Louvre in una giornata, se ne uscirebbe distrutti nel fisico e nella testa. Il Museo possiede qualcosa come 380.000 opere d’arte, di cui solo 35.000 esposte negli oltre 60.000 metri quadrati del museo. E così decido già da subito, di selezionare solo le cose più importanti e meritevoli. Al primo posto c’è lei, la Nike di Samotracia. Percorriamo i corridoi a velocità sostenuta e poi, all’inizio di una scalinata, la vedo. Eccola!

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L’ho vista per la prima volta sui miei libri di storia dell’arte, quelli dalla copertina verde di Argan che al liceo Artistico ho letteralmente consumato. E da quel giorno me ne sono innamorato. 

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Semplicemente io adoro questa scultura. Ogni volta che la osservo non posso non fermarmi a riflettere sul fatto che abbia qualcosa come 2200 anni, e che sia un “pezzo di marmo” che ha una straordinaria leggerezza.

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Non posso non fermarmi a guardare le sue ali protese all’indietro, quella tunica appiccicata alle gambe, probabilmente perché schizzata dall’impeto delle onde del mare, quel corpo sinuoso che anche senza braccia e senza testa, esprime incredibile eleganza. Un vero e proprio capolavoro senza tempo. 

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Lascio questa meraviglia alle mie spalle e insieme alla Moma, proseguo verso l’ala Denon, quella che contiene a mio avviso le opere artistiche più grandi e importanti mai realizzate dall’uomo, se escludiamo ciò che contengono le Sale Vaticane a Roma. Passando per questo corridoio, vedrete appese alle pareti, quadri di artisti come Raffaello, Leonardo, Tiziano, Caravaggio, Bellini, Mantegna, Veronese, Tiepolo tanto per citare i più importanti. Un concentrato incredibile di opere, unico al mondo. 

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E così, lentamente mi guardo ogni quadro molto diligentemente, soffermandomi su quelli che da sempre mi hanno emozionato al primo sguardo. Tra questi c’è sicuramente "Sant’Anna con la Vergine, il bambino e l’agnello” di Leonardo Da Vinci. Un’opera straordinaria, come straordinario era l’artista che l’ha eseguita. Sono al cospetto di un Leonardo ed è meraviglioso quello che provo. Nello stesso giorno, un’artista sta tentando di accostarsi alla magnificenza del grande maestro del rinascimento, riuscendoci minimamente. 

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Signora, di Leonardo ce n’è stato uno e uno solo. Mi spiace!

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Cristo alla colonna, di Antonello Da Messina. 

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Il Salvatore benedicente del Bellini. 

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Uno dietro l’altro, 5 Leonardo Da Vinci. 

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Ma eccoci alla sala 6 dell’ala Denon, dove c’è il dipinto più prezioso e più famoso al mondo.

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Sono le 9.26 e non si è ancora creata la folla che solitamente impedisce il solo vederla.

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Mi avvicino lentamente ed eccola lì, la Gioconda di Leonardo. 

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E’ protetta da una balaustra di legno, da un davanzale sempre in legno, da una teca antiproiettile e addirittura la tela ha una parete tutta sua al centro della stanza, in modo da evitare qualsiasi tipo di attacco anche dall’esterno del Museo. Oltre a questo, ci sono ben due inservienti del Museo che osservano tutto ciò che accade intorno al quadro. 

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Quando sei davanti ad opere così importanti per la storia dell’umanità, non ti rendi neppure conto di ciò che stai osservando. Ci pensi sempre dopo, quando ormai non sei più al museo e Monnalisa non ti sta più fissando con quegli occhi enigmatici. 

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Ed eccola qui, nella foto migliore che sono riuscito a scattarle, senza cavalletto e senza polarizzatore, che magari avrebbe attenuato gli effetti di riflesso del vetro.

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Lascio Monnalisa ai suoi visitatori, e passo alle enormi Nozze di Cana del Veronese, un dipinto di quasi 10 metri di larghezza. Un mostro! 

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Poi la nostra visita prosegue verso il quadro dell’Incoronazione di Napoleone I. 

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Eccolo! Anche questo a dimensioni non scherza. 9.79 metri di larghezza. E’ stato dipinto da Jaques Louis David, primo pittore dell’imperatore Napoleone che gli commissiono questa tela e che impiegò solo un anno per portare a termine. 

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La nostra visita prosegue lungo splendidi saloni. 

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Poco dopo, eccoci davanti ad un altro capolavoro contenuto al Louvre, la Venere di Milo, alta due metri circa e datata 130 A.C.. 

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Lascio questa meraviglia scultorea ai giapponesi e alle loro digitali, e proseguo. 

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E’ tempo di andare ancora più indietro nei secoli.

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Ecco la grande sfinge in granito rosa. 

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Fuori, nel frattempo, non è una bellissima giornata, come da previsione. 

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Altro pezzo forte del Louvre, il Codice di Hammurabi. 

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Questo pezzo di basalto nero arriva a noi direttamente dalla Mesopotamia, e precisamente da Babilonia. La datazione della stele è prima metà del 18° secolo A.C.!!!

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Ed eccoci negli appartamenti di Napoleone III. 

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Cambiamo zona del Louvre e arriviamo davanti al capolavoro del Canova. Amore e psiche. Che dire? Io ho finito le parole. 

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Là in fondo, scorgo un’altra opera che non si può non ammirare da vicino. 

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Lo schiavo morente di Michelangelo. 

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Dopo 4 ore di visita e la schiena un po’ a pezzi, decidiamo che per ora di cultura ne abbiamo vista abbastanza. Passiamo dallo shop del Louvre. Vorrei a tutti i costi prendermi una statuetta della Nike di Samotracia, ma ragazzi, il costo è di 225 euro!

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A malincuore, ma lascio perdere. 

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Ora la nostra giornata prevede la visita ai grandi Magazzini La Fajette. E chi se li perde? A presto per il resto delle immagini!

3 commenti:

  1. Toglimi una curiosità: ma non era vietato fotografare i quadri perchè si deteriorano con il flash?

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  2. E la piramide rovesciata sotto la quale, secondo Down Brown, c'è Maria Maddalena, non è posta nel cortile esterno? Comunque tutto meraviglioso e romantico.

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