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04 luglio 2012

In vetta al Colbricon (3)

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Qui la prima parte. Qui la seconda.

Eccoci all'ultima parte di quest'avventura tra le scure rocce della Catena del Lagorai. Devo percorrere l'ultimo tratto di salita, quello più impegnativo e incasinato. Il dislivello non è tanto, ma la salita è da prendere con le pinze, perché pochissimo segnata e fatta completamente di roccia.

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Ecco, lì sopra c'è la cima e io devo trovare la traccia di sentiero che ci arriva.

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Sotto di me vedo molto bene tutto il Piccolo Colbricon.

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Però ora mi devo concentrare molto bene su dove metto i piedi.

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Come potete vedere da queste immagini, la parte terminale del Colbricon è letteralmente un cumulo di massi accatastati uno sull'altro.

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Alcuni danno l'idea di essere anche molto instabili. E son tutti più grossi di una lavatrice!

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Tra i massi, ad un certo punto, sbuca pure un nascondiglio della Grande guerra.

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Ogni tanto trovo un segnale che perlomeno mi fa capire che sto procedendo nella direzione giusta. Ma sono molte le volte che mi fermo e retrocedo perché sbaglio direzione.

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E finalmente ho una felice visione. La croce di vetta! Non manca molto.

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Ancora pochi passi e...

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Sono arrivato! Vetta del Colbricon, 2600 metri sul livello del mare.

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Qui c'è un capitello molto artigianale dedicato ai caduti in Guerra.

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Alla mia destra posso vedere le Pale di San Martino che purtroppo sono coperte da nuvole e foschia.

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Dietro di me la Catena del Lagorai e le creste delle cime che continuano in direzione sud.

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Davanti a me vede i due laghetti di Colbricon che da quassù sembrano pozzanghere.

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Laggiù c'è San Martino di Castrozza.

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Ecco una panoramica del Gruppo delle Pale.

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Alla mia sinistra, il Piccolo Colbricon illuminato dal sole, il quale a fatica, ma ogni tanto sbuca dalle nuvole.

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Ecco un particolare delle cime delle Pale immerse nelle nuvole.

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Questo è il Mulaz.

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Dopo aver contemplato il panorama per un po', decido di scendere per mangiare. Stare qui sopra non è molto rilassante. Preferisco un comodo praticello in piano!

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La pendenza in discesa è decisamente alta.

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Ogni tanto sono nuovamente attratto dai fiori che crescono qua sopra.

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Nel post precedente vi ho tirato un bello scherzetto con il finto fiore rarissimo. Ci avete creduto?

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Con il sole l'ammasso di rocce che compone la cima del Colbricon, risalta meglio.

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Se guardate le nuvole, vi rendete conto che l'inquadratura non è storta. E' proprio così pendente, questa parete.

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Da qui vedo ancora la croce.

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Ecco, sono arrivato in un posto in piano e qui mi scelgo questo angolino per mangiare in santa pace. Sono già le due e ho una fame bestia!

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Il menú di oggi prevede: panino col tonno, brioche semi-distrutta, passata di mela e cioccolato.

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Mentre mangio che ti vedo? Un mazzetto di Soldanelle che mi guardano. Ora percepisco tutta la differenza tra loro e le primule Vischiose.

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Dopo altri 15 minuti di relax, ricomincio a scendere. Ora il sole mi accompagna per tutto il tragitto.

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Gioco un po' con il polarizzatore. Guardate che magie può fare ruotandolo nelle varie angolazioni. Lo specchio dell'acqua può essere accentuato o esser nascosto del tutto.

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La discesa è sempre molto più rapida della salita. E in poco tempo sono a metà strada. Ecco il Colbricon con la luce del pomeriggio.

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Un grosso cumulo-nembo copre il Cimon della Pala.

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Io scendo veloce tra i pietroni e i rododendri.

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Eccomi ai laghetti.

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Faccio ancora qualche scatto suggestivo.

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L'acqua qui è molto limpida.

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I turisti si rilassano vicino allo specchio d'acqua.

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Io mi dirigo verso il sentiero che porta al parcheggio e per poco non calpesto questo intruso.

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Ecco l'immagine degli abeti centenari che vi avevo promesso. Sono veramente altissimi e vecchissimi.

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Manca poco all'auto. Ammiro ancora per qualche istante le Pale tra le nuvole…

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...e il mio amico Colbricon da lontano, prima di slacciarmi gli scarponi e prepararmi per il ritorno a casa.

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Alla prossima avventura sulle Dolomiti, ragazzi miei.

7 commenti:

  1. devi aver sputato sangue 'sto giro!!!
    di panini era meglio che ne portavi na decina!!
    complimenti ancora!!

    massimo bdg

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  2. è l' Eden,
    ora capisco perchè le tue foto di recente mi danno una sensazione erot.... emhhh romantica !
    ( fortuna che non c' ero, però una nuotatina l' avrei fatta )

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  3. massimo, mah, devo dire che ho fatto molta più fatica l'escursione scorsa su e giù fino alla Marmolada.

    The Ashram, l'eden questo? ma se è tutta roccia! E lì dentro una nuotata non l'avresti fatta. L'acqua era gelata!

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  4. Le tue foto sono sempre stupende.

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  5. come sempre, le foto sono bellissime e la senzazione è quella di essere proprio lì, con lo zaino in spalla (anche se di fatto in studio a lavorare)!!!
    complimenti.
    p.s. per agosto ho in mente di raggiungere la cima del Cristo Pensante hai foto di quel percorso??

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  6. ovviamente volevo scrivere sensazione

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  7. Moky, troppo gentile! :-) Grazie!

    Anonimo, sai che non sono mai andato sul Cristo Pensante?Ci ho sempre girato intorno. Mi devo decidere. Grazie dell'idea.

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