Da buon juventino (che non sono più), mi ricordo il primo ciclo di Lippi alla guida della squadra. Dal 1994 al 1999 tantissime vittorie e uno sfacelo di traguardi raggiunti tra cui tre scudetti, una coppa Italia, due Supercoppe, Una coppa Intercontinentale. Ricordo anche tre finali raggiunte ma perse: due di Champions league e una di Coppa Uefa. Insomma un periodo d'oro che mi sono goduto completamente e che si è spezzato nel febbraio 1999 quando Lippi se ne andò. In quel periodo ho capito che sarebbe dovuto passare tanto tempo prima di rivedere nuovamente quella sinergia, quella voglia di vittoria, quell'incastro perfetto di giocatori e staff tecnico. Sono connubi difficili e lunghi da raggiungere e talvolta impossibili da eguagliare.
Ho fatto questa premessa calcistica perchè ho la netta impressione (ma spero di essere smentito a breve) che anche per Apple stia arrivando la fine di un ciclo mostruosamente vincente che dura ormai da oltre 12 anni. Alle ormai tristemente note condizioni di salute di Steve Jobs, si è aggiunta nelle scorse ore la situazione poco chiara di Jonathan Ive, Vice Presidente Senior dell'Industrial design in Apple e responsabile del design di quasi tutti i prodotti Apple.
Ive, stando a fonti giornalistiche, avrebbe manifestato alla dirigenza Apple, la volontà di volersene tornare a casa in Inghilterra e di voler continuare a collaborare con Apple dal Regno Unito e non più dalla sede principale in California. Lo staff dirigenziale sembra abbia già rispedito al mittente la proposta, ma il malumore c'è e rimane bello presente. Chi ha creato questo malumore? E' reale o frutto di speculazioni? La questione non è banale, anzi, qui si tratta del futuro di Apple, della sua filosofia e dei suoi vincenti prodotti.
L'accoppiata Jobs-Ive nell'ultimo decennio ha, senza esagerazioni di sorta, cambiato radicalmente le nostre abitudini quotidiane. Apple, col contributo delle idee di questi due "elementi", è riuscita a stravolgere prima il mondo dei computer con l'arrivo degli iMac, poi il mondo dei lettori musicali con l'introduzione degli iPod, in seguito il mondo della telefonia con l'arrivo dell'iPhone ed infine quello dei tablet con la presentazione di iPad. Una pletora di prodotti che ha trasformato l'azienda di Cupertino dalla fabbrica dei "mac e basta", alla multinazionale da 46.000 dipendenti e 65 miliardi di fatturato annuo, capace di tramortire ogni volta i colossi dei vari settori di mercato in cui si presenta. Anche quando lo fa da completa outsider, come nel caso dell'iPhone.
Ive arriva in Apple nel 1992 ma è solo dopo il ritorno di Steve al comando dell'azienda che la sua carriera a Cupertino decolla. E' l'anno 1997. Eccovi una veloce carrellata visiva di ciò che è stato prodotto da quando Ive è arrivato in Apple (assolutamente non completa ed esaustiva):
1998 Nasce l'iMac, il computer all in one disponibile in 5 colori
1999 Nasce l'iBook, il portatile Apple a conchiglia anch'esso disponibile in 5 colori
2000 Ive si inventa il Power Macintosh G4 Cube
2001 Nasce il primo iPod
2002 Arriva l'iMac "lampada"
2003 Arriva il rivoluzionario design del PowerMac G5, del tutto simile all'attuale MacPro
2004 L'iMac cambia ancora. Arriva iMac G5 supercomatto.
2004 Nascono gli iPod Mini
2005 Ecco l'iPod Shuffle e il Mac Mini
2007 E' tempo di iPhone Edge
2008 iPhone 3G, Time capsule, Macbook Unibody e Macbook Air
2009 iMac Unibody, Magic Mouse
2010 Arriva iPad, ma anche iPhone 4, Magic Trackpad, ipod rinnovati
Diamo un occhio all'attuale management Apple:
Alla fine di questo mio ragionamento, mi incoraggiano due cose:
1) la presenza sul palco di Steve Jobs ieri sera alla presentazione di iPad 2. Uno Steve pimpante, e ficcante nelle battute come non lo era da un bel pezzo. Eccolo qui fotografato dalle centinaia di giornalisti presenti in sala. Che ve ne pare? E' magro, quello è vero, ma ha una bella carnagione.
Complimenti per cio' che hai scritto e per il reportage. Non mi stanchero' mai di dirti che sei forte. Vedi, piu' o meno 8/10 anni in molti cercavano di convincermi che la Apple avrebbe chiuso i battenti. Mi auguro che anche questa sia una delle tante sparate sulla mela (vedi Steave fotografato di nascosto recentemente e altre cavolate).
RispondiEliminaDi una cosa sono certo: gli uomini possono anche cambiare azienda, ma l'azienda che ha cambiato il mondo avrà sempre, al suo fianco, persone uguali a quelle che ci sono state fino ad ora. L'ing. Ferrari è morto. La ferrari continua a vivere nell'immaginario collettivo mondiale. Ciao
com'erano belli i primi notebook apple!
RispondiEliminaIl problema che hai sollevato è una di quelle questioni che davvero non fa dormire i fans più accaniti. Io tutto sommato sono abbastanza tranquillo.
RispondiEliminaSono un fan Apple ma mi ritengo abbastanza distaccato da poter dire che se le basi sono solide e scelgono la gente giusta non ci dovrebbero essere grossi problemi nel caso Steve e/o Ive se ne andassero via. Sembrava l'apocalisse quando Apple ha annunciato l'arrivo di processori Intel, Jobs ci ha messo le sue battute, il suo carisma, ma secondo me quello che alla fine ha fatto davvero la differenza è stato il prodotto finale che ha stupito tutti, per questo non mi preoccupo moltissimo.
Certo c'è sempre il dispiacere di perdere due grandissime personalità di Apple, ma sono sicuro che se stanno già mettendo le radici per un prossimo grande albero di Mele!