Sono le 9.30 quando scendo sotto casa mia per veder passare i primi concorrenti della 38° Marcialonga. La temperatura alla partenza era intorno ai -13° alle 8 circa, ora invece qui al sole siamo sotto zero ma di poco. Lo scenario in valle è abbastanza desolante, lo vedete: neve poca e percorso interamente coperto da neve artificiale. Ghiaccio ovunque e pericolo di volare col culo a terra molto marcato.
In compenso oggi si preannuncia una pista estremamente veloce e filante.
Dopo circa 20 minuti di attesa ecco arrivare i primi apri pista.
E subito dopo sento il motore della motoslitta Rai. Dietro di essa, i primi due concorrenti che hanno fatto il vuoto dietro di sè.
Sono con il numero 1 lo svedese Oscar Swaerd e con il numero 11 l'altro svedese Jerry Ahrlin.
Sopra la mia testa volteggiano ben tre elicotteri.
Stanno seguendo il gruppo staccato dalla coppia di testa di oltre due minuti e mezzo.
Primo degli italiani si riconosce Bruno Carrara con il pettorale n. 32.
Dopo il passaggio sotto casa, mi trasferisco in auto nella zona d'arrivo in pieno centro a Cavalese. La folla è numerosa anche se non al massimo dei livelli.
In postazione di commento Rai Lorenzo Lucianer e Marco Selle.
Nella zona arrivo si attende con trepidazione. La gara è partita ormai da 2 ore 37 minuti e 30 secondi, come segnala il timer.
Ecco sbucare in fondo al rettilineo d'arrivo il primo atleta. Si tratta di Jerry Ahrlin che evidentemente ha staccato il suo connazionale nell'ultima strafaticosa salita della cascata.
Si inchina al pubblico. Per lui è la terza vittoria alla Marcialonga, tra l'altro con un tempo che è record assoluto nella storia della Marcialonga.
Ecco la ghirlanda di fiori.
E il nastro dell'arrivo.
Staccato di soli 27 secondi arriva Swaerd.
Al terzo posto si piazza Stanislav Rezac, Repubblica Ceca. Qui tutta la classifica ufficiale.
Primo degli italiani Bruno Carrara, staccato di 3 minuti e 28.
Interviste di rito per il primo arrivato che non si stacca più dalla sua ghirlanda.
Ecco la premiazione sul podio.
Bacchetto gli organizzatori della Marcialonga perchè sono due anni che hanno praticamente sigillato tutta la zona d'arrivo svuotandola dal pubblico che è costretto e relegato lontano dal cuore della gara. Intorno alla zona d'arrivo, solo addetti ai lavori, fotografi accreditati e vips, i quali hanno una tribuna intera a loro riservata proprio davanti al podio e che immancabilmente rimane semi deserta. Vergogna! La Marcialonga è fatta dalla gente e la gente DEVE poter stare sotto il podio e vicino alla zona d'arrivo. Assurdo non si possa salire sul ponte di ferro che sovrasta l'arrivo (sopra c'erano solo due carabinieri che se la ridevano), assurdo che non si possa passare a lato della zona d'arrivo, costringendo chi viene dal Parco della Pieve ad un giro a piedi assurdo!. Infine assurdo che gli atleti che arrivano siano incanalati in corridoi completamente coperti alla vista esterna come se fossero intoccabili e inguardabili dall'esterno. Ma dico, ma ci pensate a ste cose o no? Se le cose stanno così anche l'anno prossimo vi ritroverete solo voi organizzatori a vedere l'arrivo in centro, così siete contenti.
Scusate lo sfogo, ma ci voleva proprio.
Qui sotto gli artificieri preparano la mega Santa Barbara di fuochi d'artificio per stasera. Io purtroppo, dopo tanti anni di seguito, non potrò essere presente.
Alla spicciolata arrivano tanti altri concorrenti, mentre il pubblico si abbuffa alle bancarelle culinarie.
Questo concorrente taglia il traguardo con la figlia urlante sulle spalle.
Il tipo cornuto presente tutti gli anni. Lui poteva passare ovunque.
La gara si concluderà quando l'ultimo concorrente arriverà sul viale del traguardo. Sarà sicuramente buio e a quel punto un colpo di fuoco d'artificio annuncerà la fine della manifestazione. Dopo pochi minuti partirà lo spettacolo pirotecnico che solitamente è molto lungo.
Arrivederci all'anno prossimo, Marcialonga.
speriamo che qualcuno prenda in considerazione le tue parole momo.
RispondiEliminaprobabilmente pensano che la marcialonga voglia essere vista solo dagli sponsor e dai giornalisti. Magari l'anno prossimo cambierà qualcosa!