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27 marzo 2010

Il Corriere.it diventa a pagamento

E' ormai da qualche giorno che il mio iPhone, quando mi connetto al sito Corriere.it, cambia l'indirizzo web in automatico andando su mobile.corriere.it e presentandomi l'interfaccia che tanto odio, fatta appositamente per gli smartphone. Ma non è tutto: le notizie sono diventate a pagamento. Se si vogliono leggere le notizie complete e non solo i titoli e i sommari, è necessario stipulare un abbonamento a tempo indeterminato al costo di 2 euro a settimana IVA inclusa.

E' possibile disdire l'abbonamento contattando il call center o seguendo le istruzioni nell'apposita pagina del Corriere.

E attenzione non sto parlando dell'app disponibile su Applestore che permette di leggere le notizie del Corriere, vedere i servizi video, ecc... Quel servizio è un'altra cosa che ha altri costi. L'app è gratuita, ma l'abbonamento è a pagamento come si vede nella schermata qui in basso. Per esempio, un mese costa circa 5 euro.

Fra il resto questa App ha ricevuto una valanga di insulti e voti bassissimi. Più della metà degli oltre 600 voti, hanno una stella su 5

Poveri noi, tra poco verranno messi a pagamento anche i siti sul web e così tutta l'informazione sarà a pagamento. Le cose sono due: o la gente capirà e si adeguerà agli eventi pagando per tenersi informata, oppure ci sarà un fuggi fuggi generale con visite giornaliere ai siti che precipiteranno con conseguente calo dei costi pubblicitari e flop dei siti di informazione. A quel punto, o si tornerà alla carta stampata, ma la vedo una cosa da trogloditi, oppure si tornerà al gratuito come ora.
Vedremo come andrà a finire.
Quello che è sicuro per ora, è che non posso più leggermi le notizie sull'iphone. Sgrunt!

1 commento:

  1. La questione dell'informazione a pagamento sta montando da circa un annetto e si può riassumere così: i giornali cartacei stanno perdendo vendite e contemporaneamente non riescono a bilanciare i minori introiti con la sola pubblicità sui rispettivi siti gratuiti.

    I media sono ad un bivio, devono reinventarsi un così detto "business model", ovvero un modo di offrire i loro prodotti ed essere remunerati per farlo.

    Da circa un anno Murdoch ha puntato il dito su Google, colpevole a suo dire di indicizzare le notizie e farci soldi con gli ads a lato delle sue pagine di ricerca. E' notizia di questa settimana che la sua maggiore testata, il THE TIMES, da giugno avrà un sito web completamente a pagamento (una sterlina al giorno o due la settimana), anche se visitato dal PC.

    In Italia DeBenedetti (del gruppo repubbica.espresso) aveva proposto una tassa sulle ADSL per finanziare i giornali cartacei, così che potessero continuare a fornire le notizie gratuitamente sui loro siti.

    Il corriere a quanto pare ha scelto come "modello di business" quello della APP a pagamento. Il motivo è semplice: visti i soldi che girano sugli app-store dei telefonini, hanno creduto bene che i clienti tipici degli app-store siano abbastanza disposti a pagare-per-usare. E l'imminente uscita dei tablet va tutta a loro favore, perchè se prende piede, diventerà il nuovo standard per l'informazione online.

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