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30 settembre 2009

La giustizia del buon senso

In questi giorni si dibatte molto sul destino di questo ragazzo, Alberto Stasi, si cerca di tirare le fila di un delitto che sembra senza soluzione e che lo vede pienamente coinvolto come unico sospettato. Ma la domanda senza risposta è ancora questa: chi ha ucciso Chiara? Ci hanno portato a credere per due anni che l'assassino fosse Alberto, il suo ragazzo, ma ora tutto è di nuovo in discussione. Non ci sono le prove oggettive e senza quelle non può essere condannato nessuno. Eppure nella mia testa non mi toglie nessuno l'idea che la soluzione arriva ponendosi la seconda inevitabile domanda: Perchè? Perchè Chiara è stata uccisa? La soluzione del giallo è nella risposta. Chi avrebbe avuto motivo o interesse nel farla fuori? Dai ragazzi, siamo seri, non c'è nessun altro sospettato, neppure minimo eh, non c'erano ombre nella vita di Chiara, non ci sono tracce di nessun altro nella casa di Chiara, non c'è segno di scasso, non è stato portato via nulla. Abbiamo dall'altra parte un ragazzo che ha mentito più volte (le tracce sul muretto che dice di aver scavalcato, che non ci sono, per esempio), che ha chiamato i soccorsi al telefono come se stesse prenotando un taxi. Perchè? Perchè mentire? Se la tua ragazza viene uccisa da qualcuno che fai? Ti comporti come si è comportato lui?
Questi sono due stralci della testimonianza fatta ai Carabinieri:
"Il nostro era un amore via sms, ci vedevamo solo il sabato. Ci telefonavamo due/tre volte a settimana, mentre per il resto ci facevamo degli squilli e ci mandavamo degli sms. [...] Questo perché non sempre avevamo degli argomenti di cui parlare al telefono".
"Non ho mai pranzato o cenato a casa sua insieme ai suoi e nemmeno lei con i miei genitori. Io e Chiara volevamo così, non volevamo fare come le coppie del Sud che fanno le presentazioni ufficiali a tutta la famiglia"

Io penso che spesso la giustizia dovrebbe abbandonare completamente avvocati, prove e rilievi tecnici e badare a ciò che dice l'intuito, il buon senso e il cuore. Forse, e ripeto bene, forse le cose andrebbero più spesso per il verso giusto.
(TPP) 25 minuti.

12 commenti:

  1. Momo, quello che hai detto rispecchia perfettamente anche il mio pensiero. Come giustamente dici, ci sono dettagli stranissimi. Come il fatto che non avrebbe chiamato subito un'ambulanza, ma sarebbe tornato a casa in bici, preso l'auto e poi andato di persona alla caserma più vicina. Queste non sono prove di colpevolezza, ma sicuramente non pesano sulla bilancia dell'innocenza.

    Comunque il mio giudizio è molto combattuto perchè il ritratto della vicenda che vediamo dalla stampa, spesso è distorto.

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  2. Certo, intuito e buon senso.

    Proviamo anche a contattare un medium?!

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  3. Caro Anonimo, evitiamo inutili sarcasmi. Hai capito perfettamente il senso del mio post.

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  4. Una cosa che proprio non riesco a capire di persone come Stasi o la Franzoni è.. ma se davvero sono stati loro è mai possibile che non abbiano un momento di cedimento??? Ma che mostri sono????
    Ciao

    Eliana

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  5. E' possibile che entrando in una stanza e vedendo un tuo caro riverso in terra coperto di sangue l'unica cosa a cui pensi e' di uscire dalla casa e tornartene da dove sei venuto?!
    Non urlare,non soccorere il malcapitato, non dare avviso ai vicini, chimare subito le forze dell'ordine 113 e poi se non ultimo restare sul posto e aspettare?


    questo non e' strano e' sintomo di colpevolezza al di la' di ogni alro dubbio.
    Allontanarsi per liberarsi di tutte le prove?



    Silone.

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  6. penso che esistano giudici e periti proprio per fare chiarezza, il meglio che si riesce. E se poi non lo incriminano, vorrà dire che non c'erano prove sufficienti ma solo indizi. Il giudice deve decidere con i fatti che gli vengono presentati, non perchè "sente" che qualcosa non va...sfortunatamente non deve essere un lavoro semplice.
    E l'anonimo qua sopra ha fatto dell'antipatico sarcasmo, ma non posso che condividere l'idea che un processo si vince coi fatti, anche se le "sensazioni" sono giuste.

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  7. A volte fatti e sensazioni non sono sullo stesso binario questo non vuol dire che un fatto accertato come la prova del DNA che oggi e' prova ineccepibile per alcuni periti, domani diventi non accettabile da altri solo per cavilli o vizi di procedura.
    La domanda che ti rivolgo Zion e' questa :
    Nelle stesse circostanze tu ti saresti comportata allo stesso modo?
    Conosci qualcuno che si sarebbe comportato allo stesso modo?

    Non e' sarcasmo e' solo che dopo anni di indagini e' normale che quello che sembrava certo oggi non lo sia piu', ma quello che risulta ineccepibile e' il comportamento di un ragazzo nei confronti della sua ragazza trovata in un lago di sangue.

    Scusa anticipatamente se quello che ho detto finora ti abbia potuto ferire in qulache modo.

    Ciao Silone.

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  8. Sai Silone, io ho scoperto mio malgrado che in situazioni di panico non sono in grado di reagire in nessuna maniera. L'ho scoperto con sgomento e SOLO nel momento in cui mi è capitato. Tanto che mi sono trascinata per settimane e mesi l'orrida sensazione di colpa, perchè non avevo reagito come avrei voluto, o come avrei dovuto, e non si tratta di atti eroici che solo un superuomo poteva fare, quanto normale logica reazione che chiunque avrebbe "saputo" adottare.

    Ebbene, conscia di questo, io non so cosa dire. Forse il colpevole è proprio la persona indagata, o forse è un pavido giovane uomo che ha perso la testa e come un automa ha fatto secondo l'istinto di sopravvivenza gli ha detto di fare: è scappato, fino a quando non ha ripreso il controllo di sè.
    Lo lascio decidere al giudice perchè onestamente io non ho proprio gli strumenti per capirlo. Giuro che non lo so.

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  9. Nonostante cio' che dici mi lasci esterefatto, non posso credere che nel vedere un tuo caro in un lago di sangue l'unica cosa che tu riesca a fare e' scappare, tornartene a casa e poi, in un secondo momento, ricordarti di avvisare qualcuno.....
    sono esterefatto, e non lo dico per sembrare un eroe o qulcosa di simile, ma perche' l'istinto di ogni essere animale di fronte a un proprio CARO in stato di necessita' e' quello di soccorrerlo e non di scappare e....poi da cosa e' scappato?

    Ti prego scusami se ti dovessi sentire offesa, ma questo e' cio' che penso.


    ciao ancora Silone.

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  10. non ti preoccupare, non mi offendi :-)

    io non sono così sicura che l'istinto di sopravvivenza ti dica di intervenire quando vedi una persona cara inequivocabilmente morta. L'istinto di sopravvivenza ti dice di salvare la pelle, piuttosto. Il blackout del cervello può essere pressochè totale quando sei in stato di shock. Certo, se devi difendere una persona cara da un assalitore sono d'accordissimo con te: anche io divento un leone quando devo difendere qualcuno. Quando invece realizzo che "ci sono solo io" ho avuto i peggiori blackout della mia vita.

    perciò ripeto, non posso che lasciare un ragionevole dubbio a questo imputato. E sperare che le prove fornite lo incriminino o lo scagionino senza possibilità di sbagliare, altrimenti è la giustizia che perde.

    (che bello riuscire ad essere su posizioni tanto diverse e a discutere con tanta tranquillità. ti ringrazio, silone, perchè sei educato e gentile nel darmi questa possibilità).

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  11. Le posizioni possono essere diverse, ma cio' che ci accomuna e' il fine ultimo: punire il colpevole di un atto cosi' tremendo.
    E punire per me non vuol dire giustificare (ascoltare e non trarre conclusioni intendo questo) poiche' tali azioni non trovano mai una giustificazione (solo l'omicio per legittima difesa).

    Una domanda: come puoi assicurarti che la persona e' morta se non ti avvicini? ( non sono state trovate tracce di alcun tipo che possono essere ricondotte a Stasi) e poi anche se da lontano diagnostichi la morte, non incominci a dare l'allarme ai vicini (una volta che ti sei allontanato per la tua incolumita'?)

    Scusa ancora, ma io non credo che si possa solo fuggire di fronte a scene cosi'.

    ciao Silone.

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  12. sono perfettamente d'accordo, come qualunque persona di buon senso, il fatto è che adesso queste analisi "scientifiche" spezzettano il delitto il mille parti con conclusioni divergenti che nessuno riesce a riunire in una sintesi con un senso compiuto. Manca lo sguardo generale, d'insieme. I Ris scoprono un pelo di gatto quindi l'assassino è il gatto, poi conteggiano che a terra c'era mezzo litro di sangue e ti fanno un calcolo sulla pressione arteriosa che non avrebbe potuto far defluire quella quantità di sangue entro il tempo di 8 minuti e 45 secondi occorso per svolgere l'omicidio secondo la ricostruzione in 3d al computer... in mezzo ballano gli avvocati e buonanotte al secchio

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