26 gennaio 2010

Il futuro dell'informazione

Difficile stabilire i confini della pubblicità all'interno del web, i luoghi in cui è sensato inserire dei banner promozionali e quelli che invece ne dovrebbero essere immuni. Se in tv l'utente finale ha la possibilità di cambiare canale o allontanarsi temporaneamente dal televisore evitando il bombardamento mediatico, con pagine come quella qui sopra risulta difficile concentrarsi sul servizio che un quotidiano on line dovrebbe dare. Praticamente la grafica della pubblicità in questione prevarica quella del giornale che è incredibilmente entrato dentro ad un juke box perdendo in un attimo tutta la sua credibilità. Assurdo.
Dico ciò alla luce degli ultimi sentori che da un po' sono nell'aria. Tra poco, questione di mesi o poco più, la maggior parte dei siti di informazione legati a testate giornalistiche faranno pagare le notizie attraverso forme di abbonamento più o meno flessibili. Le testate medio-piccole lo hanno già fatto:Il Trentino e L'Adige, quotidiani che ero abituato a spulciare on line, hanno dapprima spostato in là nell'arco della giornata la pubblicazione sul sito del quotidiano giornaliero in PDF portandolo dalle ore 13 alle 16 e poi alle 18, e ora hanno chiuso completamente la porta introducendo abbonamenti da 125-139 euro per un anno di consultazione e 15-17 euro per un mese.
A conti fatti, ora come ora, si spenderebbe molto meno rispetto alla versione cartacea ma è molto probabile che i prezzi lentamente siano destinati a salire.
D'altro canto i quotidiani in edicola sono in costante calo di vendite proprio per lo spostamento di interesse verso internet e la sua più immediata simultaneità. Nulla regge il confronto con la velocità del web di informare in tempo reale, neppure la tv che spesso è ingolfata dal suo stesso palinsesto. Spessissimo le notizie arrivano prima su internet che in tv proprio per la presenza di più canali contemporanei svincolati dagli altri.
E allora ecco che presto i quotidiani spariranno per far posto alla nuova informazione virtuale a pagamento, magari anche grazie ad un nuovo tablet (!). Lentamente ma inesorabilmente le forze in campo, (budget, giornalisti di prima e seconda fila, reporter, servizi, approfondimenti) si trasferiranno dalla carta stampata ad internet decretando la chiusura di centinaia di migliaia di edicole, sempre più povere di prodotti cartacei da vendere, ma annullando anche quel gesto che in tanti amano: il profumo della carta appena stampata, la gioia di sfogliare le pagine del quotidiano, lo spostarsi tra una colonna di testo e l'altra leggendo ciò che più ci aggrada, ecc... Poesia destinata a diventare tale per sempre, magari sostituita da una prima pagina di giornale on line incastrata all'interno di un juke box.
(TPP) 25 minuti

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2 commenti:

ummon ha detto...

Seguo attentamente questa questione ed è qualcosa di cui discutono addirittura a livello internazionale. Ha iniziato un anno fa Murdoch, che se da un lato vede calare gli introiti della carta stampata, dall'altro non vede aumentare quelli online, ed ha dato la colpa a Google e compagnia, che guadagnano dal traffico della ricerca, ma non ridistribuiscono ai creatori di contenuti (le testate). Murdoch punta a vietare l'indicizzazione nei motori di ricerca, ma un po' teme la caduta delle visite che ne deriverebbero.

In Europa, in particolare in Italia è Carlo De Benedetti (che guida il gruppo Repubblica Espresso) che propone invece qualcosa di molto simile ad equo-compenso. Far pagare una tassa di 1 o 2 Euro a tutti i possessori di ADSL (e similari) per ridistribuire il ricavato ai giornali, che guadagnano meno dalla carta stampata, ma che non riescono a sopperire con i ricavi online.

Zion ha detto...

voglio proprio vedere come andrà a finire. l'informazione su internet dovrebbe essere libera e accessibile a tutti.

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